Il premier Matteo Renzi ha proposto un Internet day per festeggiare il giorno in cui l’Italia, 30 anni fa, “scopri'” Interne, ovvero il 30 aprile 1986: “la storia di una impresa, realizzata da pochi pionieri all’insaputa di tutti per qualche anno; ed e’ l’inizio di una nuova possibilita’ per il nostro Paese. Quella del digitale. E delle connessioni. E della condivisione. Iniziando il giorno prima, venerdi’ 29 aprile, per coinvolgere tutte le scuole d’Italia – scrive Renzi -. Quel giorno, infatti, assieme a Riccardo Luna e con il supporto degli animatori digitali e la regia del MIUR, si faranno attivita’ per approfondire il senso delle rete, le opportunita’ che ha creato e le competenze necessarie a difendersi dai pericoli. Lo stesso accadra’ in tutte le regioni, con manifestazioni dedicate ai cittadini, alle imprese ed ai servizi della pubblica amministrazione, per creare con il livello centrale una forte sinergia con l’ampia rete di associazioni, enti e privati diffusa sull’intero territorio regionale“.
A quell’epoca – ricorda il premier – “negli Stati Uniti governa da tempo Ronald Reagan, che qualche mese prima ha dovuto gestire la crisi di identita’ collettiva dell’esplosione in volo dello Space Shuttle due minuti dopo il decollo. In Unione Sovietica c’e’ Mikhail Gorbaciov, la cui perestrojka si trova ad un passaggio drammatico: il 26 aprile la centrale nucleare di Chernobyl, in Ucraina, esplode causando decine morti e un disastro ambientale di proporzioni immani. Le prime pagine dei giornali sono piene di articoli sugli sviluppi di quella notizia, quando nelle redazioni arriva il comunicato stampa piu’ ignorato delle storia. Recita piu’ o meno: il Cnuce, il Centro di calcolo elettronico del CNR di Pisa, e’ stato collegato per la prima volta alla rete Arpanet, la rete creata negli Stati Uniti per collegare i computer delle universita’, degli istituti di ricerca e degli enti militari. Arpanet e’ il papa’ di Internet e l’Italia e’ il quarto paese europeo ad essere collegato: dopo Norvegia, Regno Unito e Germania Ovest. Su questo neanche una riga si trova sui giornali dell’epoca. E non c’e’ un video a ricordare quel momento. E nemmeno una foto. Allora i telefonini per scattarsi un selfie non c’erano. Internet in Italia e’ stato il piu’ grande ‘buco’ della storia del giornalismo italiano? Forse. Ma non e’ questo che conta adesso. Il 30 aprile 1986 vive ancora nella testa e nei cuori dei pionieri di Internet. Quelli che il collegamento alla rete di computer lo hanno immaginato, voluto e realizzato: su tutti, Stefano Trumpy, Luciano Lenzini e Blasco Bonito, che erano a Pisa il giorno del primo Internet-Day. Tutti uomini del CNR. Il 30 aprile 2016 saranno 30 anni esatti. E faremo un altro Internet day. Tutti sono invitati a partecipare“.
Nello stesso post, Renzi annuncia le prossime iniziative. “Il resto tocca a noi. Al governo. Ad aprile saremo pronti con il primo bando sulla banda ultralarga. Sara’ il primo di una serie di bandi con i quali portare a tutti i cittadini entro il 2020 la connessione Internet ad alta velocita’. Insomma, facciamo un Internet day il 29 aprile: per celebrare tutti assieme il senso della rivoluzione che e’ iniziata 30 anni fa e per prendere l’impegno di colmare il divario digitale nei prossimi quattro anni“.