“Da quando è scattato l’allarme il mio lavoro è raddoppiato , ogni giorno vedo almeno 5 o 6 donne che sono state nelle zone a rischio e sono preoccupate, e che si sottopongono agli esami per sapere se hanno l’infezione”. A dichiararlo Giuseppina Liuzzi dirigente dell’ambulatorio dell’istituto Spallanzani di Roma che spiega come , pur’essendo il virus zika un problema che al momento non interessa il nostro Paese, la preoccupazione degli italiani è sempre più palpabile, tant’è che i centri specializzati in infettivologia prenatale sono quotidianamente presi d’assalto.
L’esperta ricorda inoltre che molte gravi infezioni , ancora più gravi di zika, possono compromettere l’incolumità dei nascituri: “Bisogna lavorare molto di più sulla fase preconcezionale, soprattutto per le infezioni dove abbiamo un vaccino, come la rosolia che ha una pericolosità molto maggiore e che ancora colpisce troppe donne in gravidanza, mentre il vaccino eviterebbe conseguenze molto gravi. Mi preme anche ricordare il test Hiv in gravidanza, perchè la scoperta della malattia ci consente di salvare il bambino. Oggi vengono fatti anche tanti esami inutili dai ginecologi e non quelli importanti”.