Per il Consiglio d’Europa, in Italia esiste “discriminazione” nei confronti del personale medico che non ha scelto l’obiezione di coscienza all’aborto. Lo ha stabilito nell’accogliere un ricorso della Cgil, che dice abbia “fornito una ampia gamma di prove che dimostrano che i medici non obiettori affrontano diversi tipi di svantaggi che si accumulano al lavoro, diretti e indiretti, in termini di carico di lavoro, distribuzione di incarichi, opportunità di carriere ecc“. “Il governo – sottolinea – non ha fornito praticamente alcuna prova” per dimostrare il contrario e “non ha provato che la discriminazione non sia diffusa“. “Gli svantaggi subiti dal personale che non ha fatto obiezione“, secondo l’organizzazione di Strasburgo, “emergono semplicemente dal fatto che certi medici forniscono servizi di aborto nel rispetto della legge“, e “quindi non c’è alcun motivo ragionevole od obiettivo per questa disparità di trattamento“.