Era reduce dalle spedizioni antartiche compiute con Amundsen una decina di anni prima, il biologo romeno Emil Racovita che fondò, il 26 aprile 1920, a Cluj Napoca il primo club speleologico del mondo. La prima spedizione speleologica pare sia avvenuta nell’853 a.C., quando il re Assiro Salmanassar III visitò delle caverne alle sorgenti anatoliche del fiume Tigri. A metà dell’800, poi, nacque la moderna speleologia, lo studio sistematico del mondo ipogeo, che trovò il suo laboratorio naturale nel Carso, fra Trieste e Lubiana, con i primi speleologi italiani, austriaci e sloveni. A fine ‘800 si formarono gruppi speleologi di appassionati, ma con Racovita, docente all’università di Cluj dal 1920 al 1947 e presidente dell’Accademia romena dal 1927 al 1929, la nuova scienza ebbe la sua ufficializzazione.
La Romania è tra i pochi Paesi europei in cui sono state scoperte finora più di 10 mila grotte naturali. Nel 1965, dei ricercatori del centro di Cluj Napoca, scoprirono nella grotta di Ciur Izbuc, nei Monti Piatra Craiului, circa 400 tracce di passi umani preistorici, più di quanto sono state rinvenute nelle altre 14 grotte con reperti simili in tutto il mondo. Celebri, nei Monti Bihor, sono la Grotta Cioclovina, con tracce di vita dal neolitico, e Sura Mare, che ospita la maggiore colonia di pipistrelli in Romania. I Monti Fagaras custodiscono la grotta Scarisoara, in cui si trova un ghiacciaio di 75 mila metri cubi di ghiaccio, il secondo per dimensioni in Europa.