Le elezioni politiche del 1924 si sono svolte esattamente il 6 aprile 1924. Avevano diritto di voto tutti i cittadini maggiorenni di sesso maschile. Furono le uniche elezioni disciplinate dalla “legge Acerbo“, ovvero un proporzionale con voto di lista e premio di maggioranza,che in sostanza attribuendo la maggioranza assoluta alla lista che avrebbe raccolto il 25% dei voti, garantiva al fascismo mano libera anche alla Camera dei Deputati. Alla consultazione parteciparono 23 liste con 1306 candidati, di cui 346 erano deputati uscenti e 41 avevano esercitato il loro mandato nel corso della XXV Legislatura. Oltre alla Lista Nazionale (nota anche come “listone”) e alla Lista Nazionale bis, si presentarono ben sette liste liberali e quattro liste democratiche di opposizione, due liste socialiste, due liste autonomiste (slavi-tedeschi e sardisti) e una lista ciascuna per popolari, comunisti, repubblicani, demosociali ed agrari. Solo tre liste si presentavano in tutto il regno: Lista Nazionale, PPI e PSU.
Il clima non era dei più sereni: intimidazioni e violenze venivano perpetrate dagli squadroni fascisti ormai da tempo. La più grave, presagio degli attentati contro il Parlamento, avvenne nel febbraio a Reggio Emilia dove venne assassinato Antonio Piccinini, tipografo, candidato dei socialisti massimalisti. A seguito delle elezioni vennero eletti 374 candidati del listone, mentre l’opposizione, che si era presentata divisa, ne ottenne solo meno della metà. Accuse di brogli furono mosse dal deputato Giacomo Matteotti, che guidava una delle liste socialiste, e che di lì a pochi mesi venne ucciso.