Biometano e digestato: un’importante opportunità per la Sicilia

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A Catania il 15 aprile, e presso l’Azienda Monaco di Mezzo a Resuttano (CL) il 16 aprile, si terranno due incontri su questa nuova idea di sviluppo, promossi dal Consorzio Italiano Biogas e Gassificazione (CIB) con l’intervento del vicepresidente nazionale Veggia in collaborazione con Confagricoltura Sicilia.
Venerdì 15 aprile, nella città etnea presso la “Sala Ulisse” del Centro Fieristico Le Ciminiere – piazzale Asia, con inizio alle 9.00 si svolgerà il convegno “Biometano e Digestato: risorse per nutrire il pianeta”, organizzato dal Dipartimento Agricoltura, Alimentazione, Ambiente (Di3A) dell’Università di Catania e il Consorzio Italiano Biogas e Gassificazione (CIB), nell’ambito del “Progetto Comfort”.

Un workshop, quello di Catania, per rimettere al centro la sfida del biogas in termini di innovazione, qualità, tutela per l’ambiente e rispetto della tradizione, per tutte quelle imprese agricole siciliane che da un lato puntano all’autosufficienza energetica e dall’altro a un modello capace rendere ogni scarto una risorsa, attraverso la valorizzare di sottoprodotti e colture in rotazione (tra le principali: sulla, pastazzo, siero, pollina e sansa) trasformati in digestato.

Dopo i saluti di Luca Bianchi, capodipartimento Politiche Competitive della Qualità Agroalimentare, Ippiche e della Pesca del Ministero Politiche Agricole Alimentari e Forestali (Mipaaf), Salvatore Luciano Cosentino, direttore Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell’università di Catania, Aldo Todaro, presidente ordine Tecnologi Alimentari di Sicilia e Sardegna, Corrado Vigo, presidente Ordine dottori Agronomi e Forestali Catania, ad aprire i lavori sarà Biagio Pecorino, ordinario, responsabile Sezione Economia Agroalimentare Di3A.

Interverranno, tra gli altri, Piero Gattoni, presidente Consorzio CIB, Ezio Veggia, vicepresidente di Confagricoltura, Stefano Bozzetto, Sicilian Biogas Refinery srl e il sottosegretario alle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Giuseppe Castiglione.

Gli impianti a biogas, il combustibile che si produce durante la fermentazione di materiale organico in assenza di ossigeno, rappresentano in Italia la vera rivoluzione verde che ha già generato oltre 1.300 impianti agricoli, 4 miliardi di investimenti oltre 10 mila occupati.

Ma la Sicilia arranca, ecco perché l’incontro di venerdì prossimo diventa l’occasione migliore per annunciare anche l’apertura, sabato 16 aprile, alle ore 9.30 del terzo impianto in Sicilia di digestione anaerobica (nella sola provincia di Cremona ce ne sono 130), realizzato dall’azienda agricola Monaco di Mezzo (contrada Monaco di mezzo/Ciolino in provincia di Caltanissetta), un esempio concreto di economia circolare anche sul nostro territorio.

L’inaugurazione e la visita del nuovo impianto, a cura di Luciano Zoia, presidente di BIOGAS Engineering s.r.l, sarà preceduta dal dibattito “economia circolare, innovazione e nuove prospettive per l’agroalimentare siciliano” organizzato dalla start-up Risorse Smart.

Ad aprire i lavori della tavola rotonda del 16 aprile, in occasione dell’inaugurazione del nuovo impianto di Resuttano, sarà il presidente di Confagricoltura Sicilia, Ettore Pottino. Interverranno, tra gli altri, Rosaria Barresi, dirigente generale dell’assessorato regionale Agricoltura e Sviluppo Economico, Sandro Liberatori, direttore Ente Nazionale per la Meccanizzazione agricola, l’europarlamentare Giovanni La Via, presidente della Commissione Ambiente.

“L’agricoltura del mezzogiorno, e quella siciliana in particolare, rappresenta un vastissimo giacimento di ‘energia verde’ che è ancora largamente inespresso – sottolinea il presidente del Consorzio CIB Piero Gattoni –. I sottoprodotti delle produzioni locali, si pensi ad esempio al ‘pastazzo’, o ai reflui della zootecnia, se gestiti in maniera virtuosa secondo il modello del “Biogasfattobene” possono diventare elettricità, biocarburanti e persino un fertilizzante creando nuovi posti di lavoro e rendendo più sostenibili le aziende agricole. Quello che oggi è prevalentemente un costo, può diventare una grande risorsa dal punto di vista economico e ambientale”.

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