Breakthrough Starshot: inizia il viaggio che ci porterà tra le stelle “entro una generazione”

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Il sistema stellare più vicino al nostro si chiama Alpha Centauri e si trova a “soli” 4,37 anni luce dalla Terra, circa 40 trilioni di km. Se dovessimo raggiungerlo coi mezzi a disposizione, impiegheremmo circa 30.000 anni.

E’ di ieri l’annuncio del progetto rivoluzionario, “Breakthrough Starshot” che nasce dalle menti di Pete Worden, ex direttore del centro di ricerca AMES della NASA, del celeberrimo scienziato Stephen Hawking, del filantropo russo Yuri Milner, Mark Zuckerberg e di tanti altri studiosi e ingegneri, tra cui l’italiano Giancarlo Genta del politecnico di Torino: una “Nanocraft”, una nanosonda sospinta da una vela (“LightSail”) in metamateriali ultraleggeri, che possa viaggiare, grazie alla spinta congiunta di raggi laser, al 20% della velocità della luce, 60mila km/s. Se il sogno diventasse realtà, per raggiungere Alpha Centauri occorrerebbero “solo” 20 anni: si consideri come termine di paragone che la sonda Voyager 1, lanciata nel ’77, si trova ora ai confini del Sistema Solare. L’annuncio di ieri coincide con il 55° anniversario del primo volo orbitale: quello del cosmonauta russo Yuri Gagarin.

Con raggi laser, vele e la sonda più leggera mai costruita, possiamo lanciare una missione verso Alpha Centauri entro una generazione,” ha dichiarato Hawking.

Un progetto elaborato e comprensibilmente complesso

Breakthrough Starshot 01Gli ingegneri necessiteranno di anni di lavoro per realizzare la “visione”: “StarChip” la nanosonda robotica, dotata di telecamere, propulsori fotonici, batterie, sistemi di navigazione e comunicazione, sarebbe poco più grande di un francobollo. La spinta sarà fornita dalla vela solare spessa qualche centinaio di atomi, del peso di un foglio di carta, quindi misurabile in grammi: il risultato delle ultime ricerche su nanotecnologie e metamateriali.

Il concetto di “vela solare” è peraltro ben conosciuto dalla NASA fin dagli anni ’60: come accade di solito, la letteratura ci era arrivata assai prima dato che un sistema simile è descritto già in un’opera del 1913 dal russo Boris Krasnogorskiy, e successivamente da Arthur C. Clarke (già “padre” del satellite geostazionario, che non brevettò mai) e Jack Vance. In tutti questi casi l’origine della radiazione che “spinge” la vela era la luce solare: lo StarChip invece sfrutterebbe allo scopo un laser appositamente progettato. Le tecnologie necessarie esistono già ma vanno migliorate, come ha spiegato lo stesso Milner, che ha stimato in 100 milioni di dollari il costo iniziale del progetto, che a regime potrebbe superare i 10 miliardi di dollari.

I phased array laser, fasci ottici di laser funzionanti all’unisono, come un’unica antenna, dovrebbero creare l’energia necessaria a sospingere la vela solare: i laser potrebbero generare fino a 100 gigawatt di potenza. La spinta per viaggiare ad altissime velocità arriverebbe da numerosi raggi laser emessi dalla Terra. Installando una serie di antenne, si unirebbero tutti i raggi per creare un potente laser diretto sulla LightSail.

Breakthrough Starshot 03Si tratterà di un’operazione “open source”: gli scienziati hanno scelto di pubblicare online tutti i dati, per poter condividere le conoscenze, avendo come fine ultimo la realizzazione materiale del progetto. Nel futuro si conta di individuare eventuali esopianeti abitabili, esplorare gli asteroidi o studiare ancora più a fondo i corpi celesti a noi più vicini. La prima fase permetterà di testare il know-how e le tecnologie necessarie per spedire un veicolo spaziale, non abitato e leggero come una piuma, alla distanza di 4,37 anni luce, poco più di 40.000 miliardi chilometri, dal pianeta Terra.

Milner, che è nato in Russia, si è formato come fisico prima di fare i milioni a Silicon valley. L’anno scorso lui e Hawking hanno annunciato un’altra iniziativa “Breakthrough” da cento milioni di dollari per far progredire la ricerca di altre fonti di vita fuori dalla Terra. Milner, che è nato a Mosca, ha preso il nome dal primo eroe dello spazio. “La storia umana è fatta di grandi salti“, ha spiegato: “Ci prepariamo a farne un altro: verso le stelle“. La Terra – gli ha fatto eco Hawking – è un luogo meraviglioso, “ma potrebbe non durare per sempre. Prima o poi dovremo guardare altrove e Breakthrough Starshot è l’inizio del viaggio“.

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