Una ricerca recente sulla celiachia è stata avviata dal General Hospital di Boston in alcune città italiane: Roma, Milano, Salerno, Bari. Il progetto si chiama CDGEMM (Celiac Disease Genomic, Environmental, Microbiome and Metabolomic Study) e si propone di seguire fin dalla nascita i bambini a rischio genetico di celiachia per investigare sulle cause non solo genetiche, ma anche ambientali, metaboliche e relative alla composizione della flora intestinale.
Il morbo celiaco o celiachia è una malattia del sistema digerente provocata da una risposta immunitaria abnorme verso una sostanza contenuta in alcuni cereali: il glutine, che si origina dall’unione in presenza di acqua di due proteine: la gliadina e la glutenina.
Il glutine è una buona fonte di proteine fornita dai cereali, ma nelle persone ipersensibili provoca una reazione infiammatoria e la scomparsa dei villi intestinali impedendo così l’assorbimento adeguato di alcuni elementi nutritivi, i grassi in particolare. Inoltre si determina uno squilibrio nell’attività di alcuni enzimi digestivi; tutto ciò porta ad una sindrome da malassorbimento di carboidrati e grassi.
La celiachia insorge in genere alla fine del primo anno di vita ed è una malattia che ha una componente genetica, tende quindi a ricorrere in una stessa famiglia. Questo non è però l’unico fattore predisponente, un ruolo lo avrebbero anche gli inquinanti ambientali, le modalità di allattamento e la composizione della flora intestinale.
Per le famiglie con un componente celiaco che fossero interessate a far partecipare i propri figli neonati o nascituri alla ricerca dell’Hospital of Boston possono consultare qui il sito internet.