Sono passati 30 anni dal disastro di Chernobyl ma ancora fare la stima delle vittime del piu’ grande incidente nucleare della storia, dieci volte piu’ grave di quello che colpi’ Fukushima nel 2011, è impossibile. Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia, fa con la DIRE un bilancio a trent’anni da quel drammatico 26 aprile 1986. Nell’area vivevano 8 milioni di persone, di cui 2 milioni di bambini. “Quelli che venivano definiti ‘i sopravvissuti di Chernobyl’– spiega Onufrio- erano circa 1 milione e 800 mila. Il follow up sanitario coinvolse circa il 10% di questa fetta di popolazione ma la conta effettiva dei danni non si sapra’ mai perche’ i controlli sono terminati nel 2005. Di sicuro parliamo di decine di migliaia“, precisa Onufrio.
L’area contaminata oggi è grande 150mila km quadrati, “circa meta’ del territorio italiano – precisa Onufrio – in pratica e’ come se fossero scoppiate contemporaneamente duecento bombe atomiche della portata di quelle di Hiroshima e Nagasaki. Ma Chernobyl e’ stata dieci volte peggio di Fukushima- precisa il direttore esecutivo di Greenpeace- questo fa capire che si e’ andati anche oltre le possibili immaginazioni“. Oggi nell’area vivono ancora 5 milioni di persone tra Ucraina, Russia e Bielorussia, popolazioni alle prese con cibo contaminato. Specialmente latte, funghi, mirtilli e grano. “Una parte della radioattività – prosegue Giuseppe Onufrio – è legata al fatto che vaste aree forestali colpite, e dunque non bonificabili, liberano il 4% di cesio e stronzio e l’1% di plutonio, che entrano a tutti gli effetti nella catena alimentare. Ci sono zone della Germania dove i cacciatori sono costretti a riconsegnare la cacciagione, specialmente cinghiali. Il fenomeno e’ incalcolabile, durera’ almeno altri 2-3 secoli e pesera’ su intere generazioni“.
Quella di Chernobyl è “una struttura enorme, 110 metri x 250, profonda 160, progettata per un secolo e in costruzione accanto al reattore. La situazione e’ delicata perche’ ci sono molte parti fragili: tempeste, venti o terremoti potrebbero far degenerare ulteriormente la situazione. Dentro ci sono centinaia di tonnellate di combustibile di grafite sotto forma di massa, tipo lava“. I costi di questo sarcofago sono quadruplicati rispetto alle stime iniziali arrivando a oltre 2 miliardi, “dimostrando che in principio c’e’ stata una certa cooperazione internazionale, ma al momento pare che tutto ricadra’ sulle spalle degli ucraini“.