Visitare Chernobyl: la follia del turismo nucleare

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A 30 anni dal disastro che devastò la città di Chernobyl, in Ucraina, c’è chi ha trovato il modo di racimolare denaro perfino su una disgrazia di tale portata. Dal 2011, infatti, sono molti i tour operator che da Kiev organizzano gite dedicate proprio alla visita dei luoghi del disastro. Una giornata tipo comprende diverse tappe: i villaggi abbandonati, evacuati a poche ore dal disastro, la città di Chernobyl e, ovviamente, il reattore esploso, oggi contenuto in una sorta di enorme involucro di sicurezza. Le zone interessate dal disastro appaiono abbandonate, decadenti; molti gli edifici pericolanti e, naturalmente, alto il rischio che dei calcinacci cedevoli finiscano per ferire qualcuno. Senza considerare, poi, gli effetti ancora oggi tangibili di quel 26 aprile 1986: il livello delle radiazioni, specialmente in alcuni punti critici, può arrivare a cifre record, addirittura cinquanta volte superiore al valore consentito.

UKRAINE CHERNOBYLMa chi sarebbe così folle da prenotare una vacanza all’insegna di tale orrore? Sembrerebbe che siano in molti, in realtà. Pare che Chernobyl, infatti, accolga circa 15.000 curiosi ogni anno: vengono da tutto il mondo (Stati Uniti, Australia, Giappone, Sud America), e sono tutti appassionati del cosiddetto “turismo estremo”, quello cioè indirizzato a luoghi particolarmente pericolosi, inagibili e abbandonati. I più coraggiosi possono perfino pernottare in una foresteria situata nella città stessa, originariamente costruita per fotografi e giornalisti che, all’epoca del disastro, arrivavano numerosi per documentarne lo scempio, oggi invece adibita ad alloggio con ristorante compreso, per i turisti che vogliono soggiornare a Chernobyl per più giorni, immergendosi nell’atmosfera macabra ed inquietante da cui, per ovvi motivi, questo luogo è avvolto.  In particolare, è la città di Pripyat, a 3 km dal luogo del disastro, a creare interesse: all’epoca abitata da circa 50.000 persone, oggi città fantasma in cui la natura sta nuovamente prendendo il sopravvento.

Qui, tra case disabitate ed edifici cadenti, il tempo sembra essersi fermato. Eppure, di tanto in tanto, gruppi di turisti riportano in vita la città, entusiasti di poter scattare con leggerezza foto da riportare a casa come ricordi preziosi di una vacanza estrema, probabilmente inconsci della tragedia che Chernobyl ha rappresentato per coloro che sono morti a causa delle radiazioni, per coloro che ancora oggi portano i segni di quella giornata e per il mondo intero.

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