Le alte concentrazioni di anidride carbonica hanno causato il drammatico cambiamento climatico avvenuto fra i 53 e 34 milioni di anni fa, nell’epoca dell’Eocene, con una temperatura di 14 gradi superiore a quella attuale. A questa preoccupante conclusione sono giunti i ricercatori dell’universita’ di Southampton grazie alle testimonianze conservate nei resti fossili dei microrganismi che allora popolavano gli oceani. Pubblicata sulla rivista Nature e coordinata da Eleni Anagnostou, la ricerca può aiutare a comprendere il clima del passato per prevedere quello futuro. Analizzando gli antichi sedimenti oceanici e i livelli di CO2 tuttora presenti, i ricercatori hanno confermato l’ipotesi che l’anidride carbonica ha causato l’estremo riscaldamento a quell’epoca, e quando i livelli si sono ridotti e’ avvenuto un raffreddamento che ha portato alla formazione delle attuali calotte polari.
‘‘Non possiamo misurare direttamente le concentrazioni di CO2 di un tempo cosi’ lontano, ma dobbiamo affidarci in via indiretta a cio’ che rimane negli attuali resti geologici“, precisa Anagnostou. “In questo caso – spiega – abbiamo usato la composizione chimica dei fossili marini rimasti nei sedimenti per ricostruire gli antichi livelli di anidride carbonica”. I fossili, ovvero i foraminiferi, erano minuscole creature marine che vivevano vicino la superficie dell’oceano nell’Eoceno. Le loro conchiglie hanno ‘intrappolato’ la composizione chimica dell’acqua marina in cui vivevano. ”La sensibilita’ del clima alla CO2, che ha portato al riscaldamento nell’Eocene – aggiunge Gavin Foster, coautore dello studio – e’ simile a quella prevista dall’Ipcc (Intergovernamental Panel on climate change) per il nostro futuro”.