Si è aperto, dopo la storica giornata di venerdì all’Onu, il processo di ratifica dell’Accordo di Parigi sul cambiamento climatico, che fissa nuovi impegni globali per preservare il pianeta. Ieri alle Nazioni Unite è stata firmata l’intesa per sottolineare l’urgenza di agire contro il surriscaldamento globale: almeno 175 Paesi, tra cui l’Italia, hanno firmato l’accordo: mai prima cosi’ tanti Paesi avevano firmato una convenzione internazionale di questo tipo, nel primo giorno in cui il testo e’ stato messo a disposizione.
Perchè l’accordo entri in vigore c’è bisogno che almeno 55 Paesi, che sommino in totale il 55% delle emissioni globali, completino il processo di ratifica. Quindici, per lo più piccoli Stati insulari, lo hanno già fatto venerdì e si spera che prima della fine dell’anno seguano il loro esempio il maggior numero di nazioni. Nella maggioranza dei casi, i Paesi devono far approvare il testo dal Parlamento. I due Paesi più inquinanti, Usa e Cina, si sono impegnati a completare il processo quest’anno. Molti di coloro che sono intervenuti ieri hanno sottolineato la necessita’ di andare ancora oltre quello che prevede l’accordo, ovvero l’impegno del mondo a mantenere l’aumento della temperatura media mondiale sotto i 2 gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali e proseguire gli sforzi per limitarlo a 1,5 gradi.