Come previsto l’irrompere dell’aria fredda polare marittima, sia dal Rodano che dalla porta delle Alpi Dinariche, lungo le coste adriatiche, oltre a determinare un forte calo termico, ha riportato la neve fino a bassa quota sui rilievi dell’Appennino. Neve che localmente, anche per merito dei rovesci e delle precipitazioni intense, è caduta anche a quote un po’ più basse del previsto, come nelle Marche o in Abruzzo, dove la “dama bianca” è tornata a tingere di bianco boschi, campagne e paesi, ma anche città come L’Aquila, a quote relativamente basse. Proprio fra Abruzzo e Marche, lungo il versante orientale dell’Appennino, si sono registrati gli accumuli di neve fresca più abbondanti, fino a più di 20-30 cm in poche ore.
Durante l’afflusso del nucleo di aria fredda, il consistente abbassamento della quota dello “zero termico”, sommandosi all’instabilità convettiva in aria fredda e alle intense precipitazioni, a prevalente sfogo di rovescio, indotte da quest’ultima, hanno permesso ai fiocchi di neve di spingersi a quote insolitamente basse per il periodo, fin sotto i 700 metri e localmente fino a 600 metri, con scrosci di gragnola a quote più basse fra Marche, Abruzzo, Molise e aree più interne della Campania.
La neve ha imbiancato pure la città di Campobasso, mentre nel pomeriggio, con l’ingresso dell’aria fredda sulle nostre regioni più meridionali, fiocchi di neve, seppur piuttosto bagnati, si sono visti pure su Potenza ed in diversi centri di Campania e Basilicata (sempre fino ai 600 metri di altitudine) e della Calabria settentrionale, tra Pollino e Sila.