Genova, petrolio nell’acqua: “abbiamo le tecnologie adatte per un intervento efficace”

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A Genova hanno le giuste competenze e tecnologie per tenere sotto controllo la situazione e intervenire in maniera efficace. A quanto ci fanno sapere i nostri soci, la situazione è sotto controllo, al lavoro ci sono squadre molto attrezzate, compresa una squadra della raffineria, anche alla foce”. Così all’Adnkronos Salvatore Barone, presidente di Castalia, Consorzio Stabile S.C.p.A., in merito allo sversamento di diverse decine di metri cubi di petrolio a seguito della rottura di una tubazione interrata dell’oleodotto che collega il Porto Petroli di Genova alla raffineria Iplom di Busalla. Castalia raggruppa 33 armatori e imprese che operano in mare, specializzati nelle attività marittime, nell’antinquinamento marino e nel pronto intervento.

Da oltre 30 anni è attivo in Italia e all’estero per la salvaguardia e tutela del mare, sia per conto del ministero dell’Ambiente che su richiesta di enti pubblici e privati. “Finché lo sversamento resta nel fiume – aggiunge Barone – è anche più facile intervenire, perché è più semplice operare in un ambiente ristretto. Se poi si tratta di un petrolio pesante (come in questo caso, ndr), tende a depositarsi sul fondo o sugli argini. In questo caso va bonificato il terreno e portato a smaltimento”. Barone non ha dubbi sulle capacità e sulle tecnologie a disposizione delle squadre che stanno operando sul posto, dotate – come nel caso dei Vigili del Fuoco di Genova – di barriere galleggianti che contengono e assorbono l’inquinante. E se dovesse arrivare in mare? ‘‘Al momento non è questo il caso, ma in linea generale se l’inquinante finisce in mare ed è leggero, tende a restare in superficie. In quel caso si utilizzano barriere galleggianti per contenere l’inquinamento e degli skimmer, sorta di ruote che girando aspirano il petrolio dalla superficie”.

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