La Corte d’Appello Civile di Milano ha condannato un medico e la “Fondazione IRCCS Cà Grande – Ospedale Maggiore Policlinico di Milano” a risarcire con 6.100 euro un paziente per danni patrimoniali e morali, ma soprattutto per il “turbamento dell’animo determinato dalla diagnosi errata“. Sei anni fa, infatti, era stato commesso un errore non da poco: gli era stato diagnosticato un tumore, un “adenocarcinoma infiltrante“, ma solo dopo una serie di accertamenti in altri ospedali, l’uomo aveva scoperto che si trattava di tutt’altro. Così, assistito dall’avvocato Stefano Gallandt, intentò una causa civile contro il medico che gli avevo fatto la diagnosi e anche contro l’Ospedale. In primo grado di giudizio non ottenne nulla. Ora, dopo 6 anni, i giudici d’Appello gli hanno dato ragione e il collegio presieduto da Luigi De Ruggiero, ha considerato l’errore dei medici una “colpa grave“, dato che può avere conseguenze importanti sull’equilibrio “psichico della persona“.