Perfino mentre 60 milioni di persone in tutto il mondo soffrono la fame a causa di El Niño e molti altri milioni si trovano nella stessa situazione a causa del cambiamento climatico, i principali organi di informazione europei e americani non trattano la questione come una notizia da prima pagina, rivela oggi il rapporto di un nuovo studio finanziato dal Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD). “È incredibile che in un anno in cui abbiamo registrato temperature record, 32 gravi siccità e perdite di raccolti di entità straordinaria i media non mettano le notizie sul cambiamento climatico in prima pagina”, ha dichiarato il presidente dell’IFAD, Kanayo F. Nwanze. “Il cambiamento climatico è la sfida più grande che oggi il nostro mondo si trovi ad affrontare e il modo in cui i media lo descrivono è di vitale importanza per prevenire crisi future.”
Il rapporto, “La storia non detta: il cambiamento climatico non fa notizia” analizza l’ampiezza della copertura mediatica relativa al cambiamento climatico in due periodi distinti: due mesi prima della ventunesima sessione della Conferenza delle Parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP21) a Parigi, e due mesi dopo. In particolare, verifica se eventi che colleghino tra loro cambiamento climatico, sicurezza alimentare, agricoltura e migrazioni siano apparsi nei titoli di testa e di apertura di giornali e telegiornali e, nel caso, quale rilievo sia stato dato a queste notizie.
“Lo studio dimostra che in media il pubblico di fruitori abituali dell’informazione vuole sentire notizie costruttive che diano risalto a possibili soluzioni alla questione del cambiamento climatico, mentre è proprio questo che manca nei notiziari dei principali organi di stampa e di informazione televisiva”, spiega Sam Dubberley, ex giornalista e direttore della Kishnish Media Ltd, nonché autore del rapporto. Il rapporto fa riferimento a una ricerca precedente, che nel settembre 2015 ha preso in esame organi di informazione in Francia e nel Regno Unito, ed è arricchito da uno studio di gruppi campione che analizza quello che i lettori comprendono sulle migrazioni causate da scarsità di cibo e problemi climatici e quali siano le loro impressioni sulla copertura mediatica fornita riguardo a queste notizie. Il rapporto verifica inoltre di quali esperti sia riportato il parere negli articoli e nei servizi e se sia dato o meno spazio alla voce di migranti e agricoltori.
Nel 2014, l’IFAD aveva finanziato una ricerca che analizzava quale fosse l’approccio di 19 importanti organi di informazione locali e internazionali alle notizie relative alle migrazioni e, in particolare, a sicurezza alimentare e agricoltura, e a come influenzassero le migrazioni. La ricerca era incentrata su due notizie finite in prima pagina durante l’estate del 2014 – la crisi al confine tra Stati Uniti e Messico e il conflitto in corso nel Sudan del Sud, che hanno creato un gran numero di migranti. Anche quel rapporto ha evidenziato che la copertura relativa a tali argomenti era piuttosto superficiale e in particolare che spesso nei servizi non veniva dato spazio alle voci dei migranti.