Le grotte dei Balzi Rossi, presso il confine italo-francese di Ventimiglia, sono uno dei più importanti complessi di caverne con giacimenti preistorici esistenti in Europa. Sono cavità, fenditure verticali o semplici ripari che si aprono in una falesia calcarea dal colore rossiccio a strapiombo sul mare. Un posto estremamente suggestivo, nonostante la vicinanza della via Aurelia e della ferrovia.
Gli esseri umani hanno soggiornato a più riprese nelle grotte o ai piedi della falesia durante il Pleistocene, l’era geologica che ha preceduto l’attuale, lasciando moltissime tracce della loro presenza.
I primi esseri umani vissero in un’epoca nella quale in Europa dominava un clima più caldo dell’attuale che permetteva l’esistenza di animali di climi tropicali come l’ippopotamo, il rinoceronte o grandi felini. Seguirono fasi in cui il clima andò lentamente raffreddandosi portando alle glaciazioni, fasi in cui i ghiacciai arrivarono a lambire la Pianura Padana, permettendo ad animali di clima freddo come il mammuth o la renna di scendere a latitudini più meridionali. A queste fasi si alternavano periodi più caldi in cui la fauna cambiava di nuovo.
Gli esseri umani seppero adattare le proprie condizioni di vita a questo mutare del clima e delle risorse ambientali. Le diverse popolazioni che si alternarono in questi luoghi erano costituite da cacciatori e occupavano le caverne come propria dimora, è per questo che in esse abbiamo trovato le testimonianze più preziose della loro esistenza. Non conoscevano ancora la lavorazione dei metalli, ma tutti i loro strumenti e le armi erano fabbricate con la pietra. A questo periodo si dà il nome di Paleolitico o età della pietra antica.
Il tipo umano che è stato trovato con abbondanza nelle grotte dei Balzi Rossi è quello cosiddetto di Cro-Magnon (dal sito francese dove avvennero le prime scoperte). Era un Homo sapiens, quindi appartenente alla nostra specie, di statura alta, dalla faccia larga e dal naso aquilino. Dalle analisi genetiche sembra probabile che siano arrivati in Europa circa 30 mila anni fa provenienti dall’Asia Centrale.
Fra i rinvenimenti numerosissime armi e strumenti di pietra, resti di focolari, ossa spezzate e carbonizzate della selvaggina di cui si nutrivano. Numerose sono le sepolture, fra le più significative quelle di un uomo, una donna ed un adolescente sepolti insieme su di uno strato di ocra, ornati di collane di conchiglie marine, vertebre di pesce e denti di cervo.
Sono state fatte altre scoperte di grande interesse: ad esempio il ritrovamento di statuette di steatite, quasi tutte raffiguranti figure femminili probabilmente aventi un significato rituale, le cosiddette “Veneri” preistoriche.
I primi scavi archeologici risalgono alla prima metà del 1800 e proseguirono per tutto quel secolo. Furono però eseguiti spesso senza metodo scientifico causando gravi danni. Il materiale venuto alla luce che comprendeva diversi scheletri si trova in parte nel museo annesso alle grotte. Gli scavi e le attività di studio sono ancora in corso.
Alcune delle grotte si possono visitare insieme al vicino Museo archeologico in cui è esposto il materiale rinvenuto in un secolo e mezzo di scavi, gli strumenti, gli scheletri con i loro ornamenti, le ossa degli animali che vivevano in quelle epoche.
(immagine a inizio articolo: tratta da Wikipedia.it, author: Lemone)