Berta Zúñiga, figlia di Berta Caceres, l’attivista ecologista dell’Honduras uccisa ad inizio marzo da uomini armati, è intervenuta oggi al Parlamento Europeo per chiedere giustizia riguardo la morte di sua madre.
Durante il suo intervento ha affermato che l’uccisione di sua madre è stato un “omicidio politico” ed ha richiesto che venga avviata una commissione d’inchiesta indipendente sull’accaduto.
Berta Zúñiga ha affermato che dalla morte della madre ancora non si è fatto nulla per chiarire i responsabili dell’omicidio e ha denunciato la deriva autoritaria che vive il suo paese.
Ha inoltre denunciato, all’agenzia stampa Efe, che considera responsabili dell’uccisione l’impresa Desarrollos Energéticos (DESA), “fonte principale delle minacce”, ed il governo dell’Honduras, che non avrebbe fatto abbastanza per proteggerla. Nonostante le trentatré minacce di morte ricevute dall’attivista, di cui lo Stato era a conoscenza, non sarebbe stata attivata nessuna protezione nei confronti della donna.
Berta Caceres, indigena dell’Honduras, leader del popolo indigeno Lenca, era in prima fila da tempo nella salvaguardia dell’ambiente nei suoi territori, soprattutto contro la costruzione di dighe per la generazione di energia idroelettrica. Aveva lottato ad esempio contro la costruzione di una diga sul río Gualcarque, considerato sacro dai Lenca, ad opera di una joint venture tra cui spiccavano la compagnia honduregna DESA e la cinese Sinohydro.
Da anni riceveva continue minacce, ed è stata assassinata nella sua casa da uomini armati il 3 marzo 2016. In Honduras non è la prima volta che attivisti impegnati nella difesa dell’ambiente vengono assassinati dopo aver ricevute minacce e intimidazioni.