La scorsa settimana due eventi sismici disastrosi hanno colpito due aree geograficamente distanti tra loro ma che dal punto di vista tettonico sono molto simili e appartengono alla cosiddetta “cintura di fuoco del Pacifico”, spiega Pierfrancesco Burrato (INGV-Rm1) sul blog INGVterremoti.
Il primo dei due eventi è stato un terremoto di magnitudo M 7.0 che è stato localizzato il 15 aprile alle ore 17:25 italiane (16:25 UTC) nell’isola di Kyushu, la più meridionale delle isole maggiori che compongono l’arcipelago del Giappone. L’epicentro calcolato ricade tra le città di Kumamoto e di Fukuoka, grandi città della parte occidentale dell’isola che comprende anche la città di Nagasaki. Questo terremoto ha seguito di un giorno lo sviluppo di una sequenza sismica che ha colpito la stessa zona e che ha incluso anche due eventi di magnitudo M 6.3 (12:26 UTC) e M 6.1 (15:03 UTC). La scossa principale ha causato qualche decina di vittime ed alcune centinaia di feriti, oltre che ingenti danni agli edifici ed alle infrastrutture.
Questo tipo di terremoti sebbene meno frequenti di quelli associati alla subduzione, non sono rari perché anche la placca che sovrascorre è notevolmente deformata dagli sforzi tettonici, che in questo caso sono compressivi e generano faglie di tipo inverso (thrust) e trascorrente. L’evento del 15 aprile sembra infatti esser stato generato da una faglia trascorrente presente ad est della città di Kumamoto. Secondo il catalogo della sismicità mondiale gestito dall’USGS circa 13 terremoti di magnitudo superiore a M 5 sono stati registrati sull’isola di Kyushu durante l’ultimo secolo. A causa della profondità superficiale questo tipo di terremoti può causare notevoli danni.
Il secondo evento è il terremoto di magnitudo M 7.8 che ha colpito alle 00:58 italiane del 17 aprile 2016 (23:58, 16 aprile UTC) la costa settentrionale dell’Ecuador.
Anche in questo caso il contesto tettonico è quello di una zona di subduzione, dove, in questo caso, la Placca di Nazca (una micro-placca presente nella zona est della Placca Pacifica) converge verso la Placca del Sudamerica ad una velocità di circa 60 mm/anno e vi si immerge al di sotto. A differenza del terremoto del Giappone, questo evento è stato generato direttamente all’interfaccia tra le due placche (terremoto da mega-thrust), la quale si è mobilizzata in un’area di circa 160 x 160 km. La zona di subduzione che ha generato questo evento corre lungo tutta la costa pacifica del Sud America e nel corso del tempo a causa della sua attività ha portato al sollevamento della catene delle Ande. Va ricordato anche che questa zona di subduzione ha generato storicamente una notevole sismicità, tra cui il terremoto del Cile del 1960 di magnitudo M 9.5, che è catalogato come il più forte terremoto avvenuto nell’ultimo secolo.
L’Ecuador ha una lunga storia di grandi terremoti generati dalla subduzione, di cui almeno 7 di magnitudo superiore a M 7.0 avvenuti ad una distanza inferiore a 250 km dall’epicentro dell’evento del 17 aprile 2016, la cui rottura è posizionata al confine meridionale dell’area interessata dal grande terremoto di magnitudo M 8.3 del 1906. Molti di questi terremoti essendo avvenuti in zone costiere sono stati associati a tsunami.