Si è conclusa la giornata di celebrazione dei trent’anni dalla prima connessione a Internet, tenutasi al Cnr di Pisa. Avrebbe dovuto essere presente il premier Matteo Renzi, ma ha dato forfait per la visita del vicepresidente Usa Joe Biden. Alcune centinaia di persone, però, non hanno rinunciato alle proteste che avevano programmato per la sua visita.
Oggi, ha annunciato la Telecom, sono circa 1.100 i comuni italiani raggiunti dalla rete fissa ultrabroadband, più di 150.000 gli armadi stradali di cui oltre 56.000 in fibra ottica, un patrimonio di 11 milioni di chilometri di fibra, 10.400 le centrali telefoniche sul territorio, 33 milioni le borchie installate nelle abitazioni. Ma non basta. “Nel Consiglio dei ministri di oggi – ha annunciato Renzi – partiremo proprio dalla banda larga. Ci sono le zone A e B, quelle più favorite, ma anche le C e D, quelle in cui portare la banda larga è più difficile, lo dico con un termine tecnico-giuridico, quelle un po’ più ‘sfigate’. Oggi lo Stato mette i soldi per portare la banda larga anche lì. C’è il primo via libera, finalmente si parte“.
Ma esattamente cosa successe trent’anni fa? Il 30 aprile 1986 avvenne il primo collegamento a 64kb tra la sede del Cnuce (Centro nazionale universitario per il calcolo elettronico), a Pisa, e quella di Telespazio, al Fucino, rimbalzato attraverso l’antenna verso il satellite Intelsat V e da lì a Roaring Creek, Pennsylvania. È il segnale della connessione stabilita con Arpanet, la prima in Italia, la quarta in Europa, dopo Inghilterra, Norvegia e Germania. Pochi attimi che rappresentarono il coronamento di più di 10 anni di attività. Da quell’istante Pisa e l’Italia saranno collegate alla rete Arpanet, e quel primo nodo sarà seguito nell’arco di pochi anni dalle molte altre connessioni dei pionieri che hanno scritto la storia di Internet in Italia. “Trenta anni fa quel primo collegamento fu pioneristico, il quarto al mondo. Oggi dobbiamo recuperare quel posizionamento in Champions League“, ha commentato Renzi.