Nelle giornate dedicate a celebrare i trent’anni di Internet in Italia (29 e 30 aprile 2016), Save the Children sottolinea come, rispetto alla più diffusa ‘generazione connessa’, in realtà in Italia sono 452mila gli adolescenti che non hanno mai usato Internet, ben l’11,5% dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni che vivono nel nostro Paese[1]. La percentuale è più elevata nel Sud e nelle Isole, dove sfiora il 17,4%, pari a 270mila ragazzi. La presenza di adolescenti ‘disconnessi’ è maggiore nelle famiglie che dichiarano di vivere in condizioni economiche “assolutamente insufficienti” (22,7%) o con “risorse scarse” (14,2%), mentre è estremamente ridotta in quelle che dichiarano di vivere in condizioni economiche “ottime o adeguate” (6,5%).
Spesso i ragazzi “disconnessi” da Internet sono tagliati fuori da altre opportunità educative e culturali, che li allontanano ancora di più dai loro coetanei, in una spirale che non fa altro che aumentare la povertà educativa”, ha commentato Raffaela Milano, Direttore Programmi Italia Europa di Save the Children. Tra coloro che non hanno mai usato Internet, infatti, sono 269.000 i ragazzi che non hanno letto nemmeno un libro nell’ultimo anno e 187.000 di loro non sono neppure mai andati al cinema nello stesso periodo. “L’Internet Day 2016 è per Save the Children un’occasione per celebrare l’opportunità che le tecnologie digitali offrono anche e soprattutto alle nuove generazioni e valorizzare le iniziative che ne promuovano un uso consapevole, creativo e partecipativo da parte dei più giovani“, continua Raffaela Milano. Per questo motivo, Save the Children ha deciso di partecipare all’Internet Day con il laboratorio di coding attivo nel Punto Luce presente nel quartiere Zisa di Palermo, gestito in collaborazione con l’Associazione ‘Inventare insieme‘.
I Punti Luce di Save the Children sono centri ad alta densità educativa che sorgono in quartieri svantaggiati delle città e sono il fulcro del programma nazionale “Illuminiamo il Futuro“, che dal 2014 interviene a supporto di contesti privi di opportunità per i più giovani e le loro famiglie, con l’obiettivo di agire su quella che viene definita “povertà educativa”: la privazione della possibilità di accedere alle opportunità educative necessarie per apprendere, sperimentare, sviluppare capacità, talenti e aspirazioni e spezzare così il circolo vizioso di una povertà di opportunità di crescita che alimenta la povertà economica e viceversa. “La promozione dell’uso delle tecnologie digitali, in un’ottica di promozione della cittadinanza digitale, e nell’ambito di un’offerta educativa completa, può avere un impatto importante in contesti deprivati. Gli effetti positivi di Internet si realizzano in pieno e in sicurezza se i più giovani possono sviluppare quelle competenze digitali, competenze complesse, necessarie a cogliere e governare i cambiamenti che essi stessi possono contribuire a determinare“, conclude Milano.