Secondo i dati IEA, agenzia dell’OCSE, l’Italia è prima al mondo per percentuale di energia elettrica, prodotta dal sole: l’8% del fabbisogno energetico del Paese. A questa quota concorrono anche i Consorzi di bonifica, grazie a 46 centrali solari (il maggior numero è in Emilia Romagna) per una potenza di oltre 2 milioni di kilowattora, diffuse sul territorio nel pieno rispetto dell’ambiente circostante. In questo quadro, gli impianti galleggianti di produzione fotovoltaica, posizionati sul vasche di accumulo d’acqua per uso irriguo, sono un “fiore all’occhiello” dell’innovazione tecnologica dei Consorzi di bonifica.
“Questa tecnologia è frutto di quella ricerca applicata che, ad esempio, ha portato alla creazione del sistema irriguo Irriframe o ad innovative tecniche naturali di disinquinamento delle acque; è questo un aspetto meno conosciuto, ma importante dell’attività dei Consorzi di bonifica” commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI). Primo a sperimentare i pannelli solari galleggianti è stato, a Solarolo, il Consorzio di bonifica Romagna Occidentale, che ha realizzato l’impianto definito “loto” per la particolare forma estetica, assunta dalla composizione dei pannelli.
L’esperienza ha dimostrato che la minore inclinazione dei pannelli galleggianti rispetto all’asse solare (condizione, che garantisce un impatto paesaggistico nullo) viene compensata dalla maggiore rifrazione garantita dalla vicinanza con l’acqua, che garantisce anche un minore surriscaldamento e quindi una maggiore produttività. Considerata la positività della sperimentazione, nuovi impianti sono ora in fase di avvio nel Lazio (per iniziativa del Consorzio di bonifica Valle del Liri) sulle vasche di Fontana Merola, S. Ermete di Pontecorvo e dell’Olivella di S. Elia Fiumerapido nel comprensorio di Cassino.
Si tratta di impianti galleggianti all’avanguardia e che producono diversi vantaggi alla collettività: le vasche ora attivate nel Lazio, infatti, sono molto vaste per cui, in maniera non invasiva, si sono potuti realizzare impianti di superficie consistente; inoltre, la presenza dei pannelli sul pelo delle acque riduce la formazione delle alghe, migliorando la qualità della risorsa idrica, destinata all’irrigazione. “Si tratta di impianti molto efficienti, realizzati grazie a fondi europei – spiega il Presidente dell’ente consortile, Pasquale Ciacciarelli – attraverso i quali sarà abbassata significativamente la nostra dipendenza dal mercato dell’energia elettrica , una delle fonti di spesa che gravano di più sulla gestione finanziaria dell’ ente consortile”.