Il regio cacciatorpediniere Vincenzo Gioberti, protagonista durante la Seconda Guerra Mondiale di oltre 200 missioni di guerra, è stato localizzato nei pressi dell’isola del Tino (La Spezia) a circa 600 metri di profondità dall’ingegner Guido Gay con gli strumenti da lui stesso progettati e installati sul catamarano Daedalus.
Lo comunica la marina militare. Affondato il 9 agosto del 1943 mentre stava scortando la VIII Divisione diretta a Genova, il cacciatorpediniere fu colpito dai quattro siluri lanciati verso le 5 navi da un sommergibile avversario. La nave si spezzò in due tronconi che affondarono a distanza di decine di metri tra loro. I 171 superstiti furono recuperati da alcuni Mas e da altre unità partite da La Spezia. L’importante attività di ricerca in altofondale che da alcuni anni vede impegnati la marina militare e il mibact è volta all’individuazione e alla documentazione dei relitti profondi, oltre ad arricchire le conoscenze archeologiche sulle imbarcazioni ed i traffici commerciali di età antica, medievale e moderna e permette la sperimentazione e lo sviluppo di nuovi ed innovativi strumenti di indagine subacquea. Alla missione sul cacciamine Gaeta della marina Militare hanno partecipato tecnici della Soprintendenza Archeologia della Liguria e lo stesso scopritore Guido Gay, al fine di acquisire un accurato rilievo sonar e nuove immagini del relitto del cacciatorpediniere Gioberti.