Sembrerebbe che in Italia oltre due medici su tre si rifiutano di effettuare interventi di aborto volontario. Questo dato ha fatto si che il Consiglio d’Europa si interessasse al caso. Proprio qui, si contano il 70% degli obiettori tra ginecologi. Tra gli anestesisti, invece, la percentuale di obiettori è pari al 49,3%, mentre per il personale non medico si parla del 46,5%. Ovviamente le percentuali variano da regione a regione. Secondo la legge 194 sull’aborto, “gli enti ospedalieri e le case di cura autorizzate sono tenuti in ogni caso ad assicurare l’espletamento delle procedure previste dall’art.7 e l’effettuazione degli interventi di interruzione della gravidanza richiesti secondo le modalita’ previste dagli articoli 5,7 e 8.”
Il controllo e la garanzia che cio’ si verifichi e’ affidato alle Regioni. Comunque il personale deve ricordare che “L’obiezione di coscienza esonera il personale sanitario ed esercente le attivita’ ausiliarie dal compimento delle procedure e delle attivita’ specificatamente e necessariamente dirette a determinare l’interruzione della gravidanza, e non dall’assistenza antecedente e conseguente all’intervento” (art. 9 della Legge 194).