La fotonica, la tecnologia che sfrutta le proprietà della luce, presto rivoluzionerà il mondo della salute, sia per le diagnosi che per le terapie. Aprendo nuove frontiere in medicina anche per lo studio e la cura di cuore, cervello o tumori. “Oggi stiamo ad assistendo ad una vera e propria rivoluzione delle tecnologie della luce applicate alla salute” afferma all’Adnkronos l’esperto di biofotonica Leonardo Sacconi, ricercatore dell’Ino-Cnr di Firenze. “La luce oggi -spiega- può essere utilizzata non solo per visualizzare un tessuto, ma anche per interagire con esso“. E ancora. La luce, riferisce, “può essere utilizzata non solo per monitorare, per visualizzare l’attività elettrica del cuore o del cervello, ma anche per indurre attività elettrica“.
“Possiamo utilizzare la luce, ad esempio, per stimolare una parte del cervello che, a seguito di una lesione, era prima silente. Oppure possiamo manipolare l’attività cardiaca” segnala lo scienziato, che indica così alcune delle applicazioni più avanzate della fotonica, la rivoluzione tecnologica del XXI° Secolo. E che la fotonica stia aprendo orizzonti scientifici di grande portata in molti campi ne è convinta anche l’Ue che la ritiene una tecnologia chiave dei prossimi anni. Tanto che la Commissione Europea, a partire dall’Anno Internazionale della Luce 2015, ha finanziato con un milione di euro il maxi-progetto ‘Photonics4All’, nato nell’ambito di Horizon 2020, per la divulgazione scientifica e la sensibilizzare di giovani e imprese alle moderne tecnologie della luce. “Il progetto ‘Photonics4All’ (G.A. nr 644606) – ricorda Sacconi- termina a dicembre 2016 e vede l’Italia in prima linea con numerose iniziative che hanno l’obiettivo di far conoscere all’opinione pubblica le tecnologie della fotonica, tecnologie che si traducono in significative ricadute nel quotidiano delle persone“, molte legate alla salute.
Ad esempio, evidenzia Sacconi, “negli ultimi anni, nei nostri laboratori all’Ino-Cnr, abbiamo sviluppato dei microscopi di nuova generazione che sono capaci di ripristinare il normale ritmo cardiaco, in presenza di aritmia, proprio sfruttando la luce, cioè stimolando l’intero organo con specifici impulsi luminosi“.