Sembra quasi la trama di ‘Unbreakable – Il predestinato‘, il film di M. Night Shyamalan in cui Bruce Willis resta di stucco rendendosi conto di non essere mai stato malato in vita sua. In questo caso i ‘supereroi’ loro malgrado sono 13 persone, scoperte nel corso di una ricerca scientifica: sono tutte sane, nonostante siano portatrici di mutazioni genetiche che provocano gravi malattie infantili. A scoprire quelli che sono stati ribattezzati ‘supereroi genetici’ è stata l’analisi genomica di più di mezzo milione di persone. Questi 13 particolari individui, dunque, sembrano rimanere in buona Salute nonostante le loro mutazioni genetiche e dunque il destino ‘scritto’ nel Dna. E a raccontare la loro storia non è un fumetto Marvel, ma ‘Nature Biotechnology‘ di questa settimana.
Anche se le ragioni biologiche di questa resilienza non sono ancora state chiarite, lo studio rappresenta – secondo l’autore – un primo passo verso l’individuazione di varianti genetiche che possono proteggere da queste terribili malattie, e sottolinea la necessità di rivedere le ipotesi precedenti circa il nesso causale tra mutazioni genetiche e alcune gravi patologie. Le patologie genetiche mendeliane, come la fibrosi cistica, possono manifestarsi nella prima infanzia e sono generalmente causate da mutazioni in un solo gene. Queste mutazioni sono ritenute completamente penetranti: eventuali soggetti che le presentino svilupperanno inevitabilmente i sintomi della malattia. Tuttavia il test genetico, finora, è stato in gran parte somministrato solo a persone che avevano sintomi della malattia e alle loro famiglie, e questo apre alla possibilità che le mutazioni ‘nel mirino’ potessero essere passate inosservate in un piccolo numero di persone sane. Stephen Friend del Sage Bionetworks di Seattle, insieme a Eric Schadt e Rong Chen dell’Icahn School of Medicine al Mount Sinai di New York, hanno utilizzato i dati genetici di 589.306 soggetti per cercare quelli eventualmente resilienti a 584 gravi malattie mendeliane infantili.
In un articolo di accompagnamento, Daniel MacArthur del Massachusetts General Hospital di Boston scrive che “i ricercatori non hanno potuto ricontattare la maggior parte delle persone resilienti per un ulteriore studio, a causa della mancanza dei necessari moduli di consenso… Trovare i supereroi genetici richiederà altri tipi di eroismo: la volontà dei partecipanti a donare” alla ricerca “i propri dati genomici e clinici, e un impegno da parte di ricercatori e autorità regolatorie a superare ostacoli anche scoraggianti per la condivisione dei dati su scala globale“.