L’analisi satellitare di un gruppo di scienziati italiani avrebbe finalmente spiegato il mistero dietro ai “puquios” peruviani, i celebri pozzi spiraloidi rivelano la stretta correlazione tra questi ultimi e la società preincaica che ha abitato l’altopiano di Nasca, nel centro-sud del Paese. Non è la prima volta che questo territorio fa parlare di sé, famoso soprattutto per i suoi geroglifici dalle forme più disparate, che da anni sono oggetto delle interpretazioni più fantasiose provenienti da tutto il mondo. Ma Nasca è anche una delle aree desertiche più aride del mondo, ecco perché i poquios rappresentano una prova di ancor maggiore interesse da parte degli studiosi contemporanei. Il termine significa infatti “sorgente d’acqua” e si riferisce al complesso sistema di acquedotti che, nonostante le siccità ricorrenti, riusciva a portare l’acqua alla popolazione sia per le coltivazioni intensive che per uso domestico. Si tratta di un’opera di ingegneria che risulta ancor più sorprendente qualora si consideri la sua datazione: sono stati probabilmente costruiti intorno al 500 d.C..
Perù: svelato dopo 1.500 anni il segreto dei misteriosi “puquios”
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