L’ultimo anno è stato pieno di grandi successi per la compagnia di Elon Musk. Due volte è riuscito a far atterrare il primo stadio del Falcon9, a dicembre 2015 sulla terraferma, e poche settimane fa su una nave robotizzata in pieno Oceano Pacifico. Per quanto possa essere allettante l’idea di poter riutilizzare parti un vettore, con l’idea di risparmiare milioni di dollari, possono SpaceX e i suoi clienti risparmiare veramente?
Secondo quanto dichiarato da Gwynne Shotwell, presidente di SpaceX, il riutilizzo del primo stadio ridurrebbe il prezzo di un lancio del 30%. Dopotutto quella è la parte più costosa del vettore, secondo Elon Musk, quindi riutilizzandola si abbasserebbe il costo dagli attuali $61.2 milioni a $42.8 milioni.
Nel caso di un riutilizzo – spiega l’ASI – il costo principale sarebbe il carburante, che si aggira tra i $200.000 e i $300.000, sempre secondo il CEO Musk. Ma con la promessa di spendere di meno, quanti voli all’anno servirebbero a SpaceX per un effettivo risparmio questa tecnologia? E quante volte può essere riutilizzato lo stadio del razzo?
Un report della concorrente Arianespace ci dice che ci vogliono 35-40 lanci all’anno. Tutto dipende anche dal mercato e dalla domanda dei lanci. Con solo gli Stati Uniti e la Cina come paesi che hanno un’alta frequenza di lanci di satelliti, SpaceX deve diventare più aggressiva andando incontro alle richieste dei clienti. La lussemburghese SES – operatrice di satelliti di telecomunicazioni – si è da sempre espressa favorevole a essere la prima cliente di un lancio di un Falcon9 con parti riutilizzate, a patto che non superi i $30 milioni di costo.
Insomma, è ancora troppo presto per dare un giudizio definitivo. E’ una tecnologia promettente che deve però far fronte a numerosi ostacoli di tipo tecnico ma anche economico. La Blue Origin del CEO di Amazon, Jeff Bezos, ha dimostrato che riutilizzare un razzo di piccole dimensioni, che vuole portare i turisti nello spazio, si può fare. Ora bisogna vedere se il Falcon9 è all’altezza delle aspettative.
Purtroppo i piani di SpaceX sono al momento tenuti all’oscuro dal pubblico, quindi non è chiaro quando e se sia possibile riutilizzare gli stadi dei vettori in maniera cost-efficient. Gli ultimi avvenimenti hanno giocato a favore della compagnia di Hawthorne, che sogna una colonia umana su Marte. A Maggio sono previsti dei nuovi lanci che vedranno, se tutto va bene, nuovi atterraggi del primo stadio.