Referendum Trivelle, Boschi: “Evidentemente l’argomento non interessava agli italiani”

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Capisco che chi perde un appuntamento elettorale o, come in questo caso, un referendum, cerchi mille interpretazioni per dimostrare che non ha perso. Si è votato per un referendum che riguardava un argomento specifico e che evidentemente non interessava alla maggioranza degli italiani. Il referendum non ha raggiunto il quorum nemmeno in Puglia, per cui, se dovesse valere il ragionamento di Emiliano, io mi preoccuperei per lui, come presidente di regione, visto che non ha il 50 per cento più uno nella sua terra“: così ha analizzato il voto sulle trivelle Maria Elena Boschi, Ministro per le Riforme, in una intervista al Corriere della Sera. La ministra dice che si terrà conto dei voti del sì, ma che il referendum non era una consultazione sulle fonti energetiche e che “l’attività del governo è già incentrata sulle rinnovabili, tant’è vero che in questo campo abbiamo risultati addirittura superiori a quelli della Francia e della Germania“. L’invito alle Regioni è ora di occuparsi di altri temi: “Se adesso – finito il referendum – le regioni promotrici si occupassero di sistemare i depuratori e ridurre le liste d’attesa nella sanità penso che saremmo tutti più felici” prosegue la ministra. Boschi ha difeso il compagno di partito Carbone, autore di un ironico affondo sui social il giorno del referendum: “Nessuno ha irriso chi ha partecipato e votato al referendum, anzi nutriamo massimo rispetto per chi si è recato alle urne. Il “ciaone” che alcuni hanno utilizzato era un modo di ironizzare, che tra l’altro spesso si usa nella comunicazione dei social, rivolto a una parte della classe dirigente che ha promosso il sì e non all’elettorato“. A ottobre gli italiani saranno chiamati al referendum sulle riforme costituzionali, nell’intervista al Corriere la ministra è chiara: “Si tratta di due referendum molto diversi. Noi abbiamo fortemente voluto sin dall’inizio questo referendum che prevede un sì o un no secco senza quorum di partecipazione, perché riteniamo che su un tema che coinvolge 40 articoli della nostra Costituzione, non si possa non sentire l’opinione dei cittadini perché riguarda il futuro di tutti noi“. E a seconda del risultato, la ministra ha chiarito come reagirà il governo: “Al di là del fatto che in un sistema parlamentare noi siamo perfettamente legittimati dal Parlamento che ci ha dato la fiducia, è ovvio che se dovessero vincere i no, il nostro governo, che è nato per fare le riforme, non potrebbe fare finta di niente. Se invece passeranno i sì, si andrà avanti fino alle elezioni del 2018“.

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