Referendum Trivelle – “Tra i vescovi mi sembra che ci sia un invito generale a partecipare al voto. Lavarsene le mani di fronte a quesiti che riguardano in maniera così profonda il nostro futuro mi sembra sia una forma di ipocrisia. Fermo restando che nel nostro ordinamento è legittimo astenersi, credo che votare in questo referendum sia per certi aspetti doveroso“. Lo dice l’arcivescovo di Chieti e Vasto, Bruno Forte, in un’intervista al Corriere della Sera sul referendum sulle trivelle per il quale annuncia il suo ‘sì’. “Il referendum – osserva – non è importante solo per il quesito in sé ma per il segnale che si lancia sulle scelte di fondo nelle politiche energetiche del Paese. Il valore simbolico del referendum, certo, è maggiore di quello effettivo, è un’indicazione di rotta“.
L’arcivescovo spiega così la sua posizione contro le piattaforme: “In realtà occupano un numero basso di persone ma mettono a rischio innumerevoli posti di lavoro“, e “se nell’Adriatico succedesse ciò che è accaduto nel Golfo del Messico. Sarebbe un disastro anche per la pesca” e per il turismo. Parlando dell’enciclica di Francesco Laudato si’, monsignor Forte sottolinea che “il Papa parla sempre in termini molto concreti, guarda alla situazione storica, non è un esercizio accademico sulla bellezza del creato ma una proposta rivolta a tutte le società e agli Stati perché il bene dell’ambiente e della salute umana sia salvaguardato“.