Rivincita del burro. Un gruppo di ricerca guidato da scienziati della Facoltà di Medicina dell’University of Nord Carolina e dei National Institutes of Health mette in dubbio la scelta cosiddetta scelta ‘salva-cuore’ di sostituire il burro e altri grassi saturi con olio di mais e altri oli vegetali ad alto contenuto di acido linoleico. I risultati, pubblicati sul ‘British Medical Journal‘, suggeriscono infatti che l’uso di oli vegetali ad alto contenuto di acido linoleico potrebbe essere anche peggiore rispetto a quello del burro, quando si tratta di prevenire le malattie cardiache, anche se occorrono maggiori ricerche su questo fronte. Quest’ultimo dato emerge da un’analisi dei dati inediti di un ampio studio controllato, condotto in Minnesota circa 50 anni fa, nonché da un’analisi più ampia dei dati pubblicati attraverso studi simili su questo intervento dietetico.
Le analisi mostrano che questa sostituzione non ha ridotto cardiopatie e mortalità generale, nonostante siano scesi i livelli di colesterolo. Anzi, nello studio in Minnesota i partecipanti che avevano visto scendere di più il colesterolo hanno registrato addirittura un aumento del rischio di morte. Dati parziali, questi ultimi, come ammettono i ricercatori. Ma “tutte insieme queste ricerche ci portano a concludere che un’incompleta pubblicazione di importanti dati ha contribuito a sovrastimare i benefici, e a sottostimare i potenziali rischi, della sostituzione di grassi saluti con oli vegetali ricchi di acido linoleico“, conclude Daisy Zamora, ricercatrice del Dipartimento di Psichiatria dell’Unc School of Medicine. Oltre all’olio di mais, fra quelli nel mirino della ricerca ci sono l’olio di girasole e l’olio di semi di cotone.