Un giorno ci potremo svegliare trovando tutti i nostri computer e telefoni disattivati. Il colpevole? Il Sole. Al symposium ‘Space Weather Science and Applications: Research for Today, Training for Tomorrow’, a Washington, D.C., si è discusso proprio di questo: i pericoli del tempo meteorologico spaziale. Sponsorizzati dalla Universities Space Research Association(USRA) e dal Space Policy Institute at George Washington University, i lavori presentati al convegno hanno approfonditamente sottolineato i gravi problemi che potrebbero arrivare sulla Terra a causa dello space weather.
Come è noto, spiega l’Asi, Agenzia Spaziale Italiana, l’attività del Sole è tanto necessaria per la nostra vita quanto imprevedibile. Prevedere quando il Sole emetterà un flare o un’espulsione di massa coronale – dove particelle della stella vengono lanciate ad altissime energie nello spazio – è per il momento molto difficile. Il vento solare, nonostante ci regali spettacolari aurore ai Poli, se caricato da alte energie potrebbe causare un cataclisma tecnologico. Una tempesta solare particolarmente ‘carica’ ha infatti – solo per fare un esempio – la capacità di disabilitare i nostri satelliti in orbita, mandando il traffico aereo in tilt. Ma può anche disattivare luci, smartphone e computer.
Secondo un report del 2013 della compagnia assicurativa Lloyd’s di Londra, un tale cataclisma potrebbe colpire da 20 a 40 milioni di persone, con dei costi di riparazione che variano dai 600 milioni di dollari ai 2.6 trilioni. Nonostante sia classificato come rischio a bassa probabilità, un tale evento avrebbe un fortissimo impatto a livello economico e sociale.
La soluzione che i ricercatori propongono è un’ulteriore intensificazione del monitoraggio dell’attività del Sole, che viene già effettuata da diversi telescopi. In modo tale da poter calcolare – se un tale evento catastrofico dovesse verificarsi – dove possa avere maggior effetto, per prendere delle precauzioni e ridurre al minimo il danno. Un’altra misura proposta è unificare gli sforzi politici e coordinare tra vari paesi tutte le procedure di protezione e riparazione necessarie. Ci sono, al momento, diversi working groups che lavorano sullo sviluppo di protocolli internazionali da seguire in ambito aeronautico, strategie di mitigazione e condivisione di dati essenziali tra paesi.
In poche parole, lo sforzo dev’essere globale. E gli Stati Uniti si stanno preparando. “L’impatto tecnologico e biologico di potenti eventi meteorologici spaziali è ora chiaro al governo federale [US]”, spiega Andrew Gerrard, direttore del Center for Solar-Terrestrial Research del New Jersey Institute of Technology. “L’incremento del finanziamento alla ricerca sullo space weather di agenzie pubbliche, permetterà alla comunità scientifica per la prima volta di vedere una tempesta solare, e tracciare il suo tragitto per preparare le misure di difesa”.