Stati Uniti: “vogliamo investire in Italia, ma è necessario eliminare tutti gli ostacoli che lo impediscono”

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Gli Stati Uniti credono nelle risorse e nel know-how italiano, ma chiedono all’Italia uno sforzo per superare i punti deboli che ostacolano le aziende americane che vogliono investire nel nostro territorio. A chiederlo è stato l’ambasciatore John R. Phillips, in visita al distretto del biomedicale di Mirandola dove si continua ad investire. “Gli imprenditori americani trovano in questo distretto molte opportunità per la qualità e l’alta capacità innovativa dei prodotti realizzati. Ma vedono alcuni ostacoli, primo fra tutti la lentezza del sistema giudiziario, che è un problema di gestione e va assolutamente riformato, come è stato fatto una decina d’anni fa negli Usa. Poi ci sono troppe lentezze decisionali e troppi livelli governativi coinvolti in un procedimento. Il governo in carica ha capito che per raccogliere i frutti dalla creatività italiana deve semplificare questa burocrazia“.

Ad accompagnare l’ambasciatore Phillips nello stabilimento di Mirandola, il presidente e amministratore delegato Medtronic Italia, Luciano Frattini: “L’obiettivo di Medtronic è quello di rendere Bellco molto più visibile all esterno dell’Italia quindi offrire a Bellco le capacità di globalizzarsi. E’ un’eccellenza italiana che merita di essere conosciuta al di fuori dai confini italiani. Più che tagliare, non credo che questo sia il messaggio che il governo sta mandando, credo sia rendere più efficiente il sistema. Noi Medtronic assieme a Bellco, nell’ambito della dialisi vogliamo dare una mano in questo senso, sviluppando una serie di tecnologie che possano garantire al paziente un servizio migliore ma anche che possano permettere allo Stato, all’ente erogatore, alle Regioni, di lavorare con dei costi più ridotti“. Il governo Renzi è vicino ai gruppi stranieri che vogliono investire. Lo ha assicurato anche il viceministro all’Economia, Enrico Zanetti: “Abbiamo agito sul fronte dell’internazionalizzazione e quindi sulla promozione del made in Italy e sulla costruzione di una fiscalità internazionale più chiara e più semplice, nei punti di caduta nell’istante in cui si decide di venire nel nostro paese. Continueremo sempre in questa direzione nella consapevolezza che si può fare meglio, ma fare già quello che si sta facendo anche sul fronte della riduzione della pressione fiscale sull’Irap e sull’Ires è un viatico che mancava da anni nel nostro paese“.

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