Storico successo per SpaceX ed il suo patron Elon Musk: non solo è stato lanciato con successo da Cape Canaveral (Florida) il razzo Falcon 9, e questo è riuscito poi ad atterrare su una piattaforma galleggiante in mare, per la prima volta dalla missione fallita dello scorso giugno.
SpaceX dimostra in tal modo di potere effettuare le due tipologie di atterraggio, sulla terra ferma e in mare. Da ora in poi si può quindi pensare di poter riutilizzare lo stesso razzo per lanci futuri riducendo notevolmente i costi. Il riutilizzo di un razzo recuperato con successo, se non necessita di eccessive riparazioni, potrebbe abbassare del 30% il costo del lancio: la produzione di Falcon 9 costa circa 60 milioni di dollari e il suo rifornimento con carburante è pari a 200.000 dollari.
Il Falcon 9 ha trasportato in orbita un cargo che ha fatto rotta verso la Stazione Spaziale Internazionale: pesava tre tonnellate, ed oltre 1.500 kg del totale sono dovuti al cosiddetto Bigelow Expandable Activity Module (Beam), una “casa gonfiabile” che verrà agganciata alla ISS per i prossimi due anni e che verrà gonfiata nei prossimi quattro mesi (è grande 16 metri cubi). Beam permetterà di raccogliere dati sulla tenuta dei moduli di cui è composta la Stazione nello spazio. Il cargo raggiungerà domani la ISS e poi tornerà sulla Terra l’11 maggio, portando con sé sostanze del corpo di Scott Kelly, l’astronauta statunitense che ha trascorso 340 giorni sulla Stazione per aiutare a comprendere come il corpo umano reagisce quando trascorre lunghi periodi nello spazio, in vista di una futura missione su Marte.
Space X, atterraggio perfetto sulla piattaforma nell’oceano [VIDEO]