Roberto Ciambetti, Presidente del Consiglio regionale del Veneto e rappresentante del Comitato per il referendum sulle trivelle del 17 aprile ha dichiarato:“Sono contrario all’ingerenza della Chiesa nella vita politica, ma su temi etici e morali la chiesa ha tutto il diritto di esprimersi e di far sentire la sua voce”, commentando “le ore di digiuno e preghiera che vedrà impegnati in piazza San Pietro a Roma i rappresentanti di 80 diocesi di tutta Italia” .
“La molla che li anima non è solo il referendum, quanto se non piuttosto l’ Enciclica ‘Laudato Sì’ di Papa Francesco, testo che alcuni, soprattutto in Parlamento, hanno accantonato e altri, fuori dalle aule parlamentari, invece, hanno approfondito fino a giungere a iniziative come quella del primo sabato di aprile proprio all’ombra della basilica pontificia”.
Le diocesi venete invece non parteciperanno, e il Presidente a tal proposito ha osservato: “Ciascuna comunità si è organizzata come meglio crede, secondo lo spirito e le esigenze di ogni realtà locale e non è di certo la Chiesa a voler addormentare le coscienze, anzi: la ninna-nanna ha ben altri cantori. Per questo avrei molto da dire sui silenzi e ingerenze di ben altro genere, come le vicende governative insegnano e più che i silenzi delle comunità parrocchiali mi preoccupano le bugie del governo e temo la invereconda campagna astensionista, che viola le leggi vigenti”.
“Piuttosto penso – ha aggiunto – che la lettura dell’enciclica del Pontefice sia importante anche per i laici e i non credenti. Vi sono riflessioni che, indipendentemente dal referendum del 17 aprile, devono spingere tutti a rivedere molte nostre posizioni: non possiamo permetterci più sprechi e non possiamo vivere all’insegna di un consumismo esasperato. Purtroppo, l’aver voluto mettere il silenziatore al dibattito sul Referendum – ha concluso Ciambetti – ha impedito che questi approfondimenti potessero trovare ampia eco. Si è persa una occasione, ma non è detta l’ultima parola: che si tratti delle parrocchie, dei campi di scout o delle sedi delle Acli, ma anche di associazioni, gruppi spontanei e nelle famiglie quello che conta credo sia discutere e prendere coscienza dei problemi e agire di conseguenza”.