Trivelle, Enrico Rossi: “Al referendum voterò sì, turandomi il naso”

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Le trivelle? Voterò sì, turandomi il naso”, “Bisogna tutelare sia gli interessi nazionali, che i posti di lavoro. Ma questo non si può fare assegnando concessioni sine die“. Lo dice al Corriere della Sera Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana. “Non sono un ambientalista fondamentalista, come tanti che assolutizzano e dicono un secco no alle trivelle. La mia è una scelta minoritaria, ma non polemica. Io non lancio invettive”. “Per me Renzi va rafforzato, non indebolito”, sottolinea. “Non condividevo lo strumento del referendum, perché ha innescato uno scontro tra opposte fazioni. Però, nel merito, penso che l’idea di una concessione perenne sia contraria ad alcune regole europee sulla libera concorrenza. Non può bastare un rigo per prorogare le concessioni fino a esaurimento dei giacimenti. Lo sa che qui abbiamo un contenzioso da oltre 250 anni?“. Non su gas e trivelle ma “sul marmo di Carrara. Il privilegio assegnato ai cavatori nel 1751 dalla principessa Maria Teresa Cybo Malaspina ha innescato un contenzioso che ci ha portato, con il governo, fino alla Corte costituzionale. Io penso che, se le condizioni cambiano, deve esserci la possibilità di ridiscutere le scelte”. “Per me sarebbe meglio valutare caso per caso, studiando nuove procedure, coinvolgendo i cittadini e magari rilasciando le concessioni tramite aste, che consentano al migliore offerente di fare gli interessi dell’ambiente e quelli del territorio“. Il premier Renzi “ideologizza molto“, afferma Rossi. “Il governo farebbe bene ad approntare un piano energetico nazionale, di cui ancora non si è vista traccia“.

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