Il 1 maggio si celebrano i risultati raggiunti dalle battaglie operaie in molte parti del mondo: tanti sono infatti i Paesi per i quali si tratta di una festa ufficiale nazionale, dal Canada all’Argentina, dall’Egitto a Taiwan. Ma dove affonda le sue radici questa festività così importante? Non tutti lo sanno, ma fu negli Stati Uniti che alcuni gravi episodi porteranno all’adozione del 1 maggio come giornata di celebrazione del lavoro ufficialmente riconosciuta. Innanzitutto, un diritto in particolare infervorava gli animi degli operai: la conquista dell’orario giornaliero fissato ad otto ore. Siamo nel 1882 e varie organizzazioni sindacali manifestavano sostenendo le idee di un ancora contenuto socialismo: una di queste, i Knights of Labor, durante una manifestazione, decisero che l’evento avrebbe avuto un evento annuale e la data proposta fu proprio il primo maggio.
Fu così che l’allora presidente Grover Cleveland si mobilitò affinché il 1 maggio diventasse un momento di ricordo e commemorazione degli episodi di Chicago, la cui storia, ben presto, arrivò oltreoceano, scuotendo le coscienze dei lavoratori di tutto il mondo. In Europa, la Seconda Internazionale, riunita a Parigi, ufficializzò la Festa del lavoro nel 1889, decisione che incontrò la ratifica dell’Italia due anni dopo. La rivista La Rivendicazione, in un articolo dal titolo Pel primo Maggio del 26 aprile 1990, così parlava della Festa: “Il primo maggio è come parola magica che corre di bocca in bocca, che rallegra gli animi di tutti i lavoratori del mondo, è parola d’ordine che si scambia fra quanti si interessano al proprio miglioramento“.