Quello che si sta consumando in queste settimane nelle acque settentrionali dell’isola di Chiloè, 1000 km a sud di Santiago del Cile. Il governo quantifica una perdita di almeno 100 mila tonnellate di salmone ed una stima ancora maggiore è quella riferita a sardine, sgombri, acciughe, crostacei, molluschi e meduse. L’alterazione dell’ecosistema costiero sta provocando l’allontanamento di uccelli predatori che migrano alla ricerca di cibo. Causa del disastro è la cosiddetta «Red Tide» o «Marea roja”»: un’esplosione incontrollata di alghe microscopiche, perlopiù dinoflagellate, che altera non solo il colore dell’acqua oceanica – un inedito rosso sangue – ma anche la composizione chimica per via del rilascio di tossine di origine batterica del genere Alexandrium, letali per la fauna e fonte di diverse patologie per l’uomo.
Il fenomeno che sta rivoluzionando la circolazione oceanica è il fattore chiave nella formazione della marea rossa: il riscaldamento delle acque. Ad essere responsabile non è solo El Niño, ma anche l’accumulo di nutrienti nelle acque dovuto agli scarichi in mare di grandi quantità di materiale organico. E’ Luigi Infanti de la Mora OSMA, il vicario apostolico di Aysen e figlio di emigranti friulani, a raccontare ciò che sta accadendo sulle coste del Cile :«Chiloè: il mare è stato ucciso. Ieri era Aysen, oggi Chiloé, e domani ci saranno altre crisi. Questi fatti non rappresentano un caso isolato, hanno cause e responsabili: sono gli effetti di un modello di sviluppo e industrializzazione pianificata per sfruttare le risorse naturali del sud e di tutto il Cile». Il vescovo continua: «Sono state privatizzate la terra, l’acqua e il mare, ma ben prima sono state privatizzate le coscienze e l’intera organizzazione sociale e oggi continuiamo a subirne le conseguenze».
La denuncia: «Uno sfruttamento esagerato delle risorse che vengono consegnate alle multinazionali che cercano solo il proprio tornaconto, lasciando allo stremo un’intera regione». «Quella del Cile non è solo una crisi ambientale, rappresenta anche una crisi morale».