Ci sono più di 3.000 mondi alieni da esplorare e tra cui se ne potrebbe trovare uno simile alla Terra ed in grado di ospitare la vita. All’indomani dell’annuncio dei 1.284 nuovi pianeti scoperti dal telescopio spaziale Kepler della Nasa, diversi astronomi e astrofisici si preparano a proseguire lungo questa strada con nuovi occhiali molto più potenti. L’Agenzia Spaziale Europea si prepara con le missioni Cheops e Plato, in programma nel 2024. In entrambe è presente l’Italia con l‘Agenzia Spaziale Italiana e l’Inaf. “Il telescopio Kepler – ha rilevato Pagano – ha guardato una piccola regione del cielo, esplorandola in profondita’“.
Con gli strumenti attuali è difficile riuscire ad ottenere altre misure su stelle così lontane. E’ diverso, invece, studiare le stelle vicine: “e’ questo il nuovo obiettivo della ricerca“. Stelle vicine e brillanti permettono di osservare i pianeti mentre transitano sul loro disco. “Se il pianeta che transita davanti a una stella ha un’atmosfera – ha detto Pagano – siamo in grado di capire com’e’ fatta“. Come una lente d’ingrandimento cosmica, la missione Cheops studierà stelle e pianeti misurando le dimensioni e raccogliendo il maggior numeri di dati possibili. Plato (Planetary Transits and Oscillations of stars) sfruttera’ invece la tecnica dei transiti per scoprire nuovi pianeti: “il suo obiettivo e’ osservare oltre meta’ del cielo, con una particolare attenzione alle stelle molto vicine“. I dati che potranno arrivare dalle due missioni potranno segnalare pianeti piccoli e rocciosi come la Terra.
E fra questi, forse, pianeti che si trovano nella “zona abitabile”, ossia alla giusta distanza dalla loro stella per poter avere acqua allo stato liquido e le condizioni per ospitare forme di vita. Questo nuovo sistema planetario ha “una configurazione che non abbiamo nel nostro Sistema Solare“, hanno detto i coordinatori della ricerca, Sean Mills, dell’universita’ di Chicago, e Howard Isaacson, dell’Universita’ della California a Berkeley. Ma proprio questo, per Pagani, e’ il bello: “uno dei risultati piu’ interessanti nello studio di altri sistemi planetari e’ trovare architetture molto diverse da quelle del nostro Sistema Solare“.