I delegati di 195 paesi riuniti a Bonn per il primo appuntamento dopo la Cop21 di Parigi hanno lanciato un appello affinchè venga implementato rapidamente l’accordo sul Clima. I paesi in via di sviluppo hanno ricordato come la riuscita del processo avviato a Parigi dipenda dal sostegno che è stato promesso. “La fase dei negoziati è alle spalle, adesso siamo entrati in una fase di collaborazione. Il mondo intero è unito dietro ad un impegno“, ha dichiarato la responsabile dell’Onu per il Clima, Christiana Figueres, in apertura della sessione, che durerà fino al 26 maggio.
L’accordo di Parigi “ci dà una direzione, è uno strumento straordinario“, ha aggiunto la presidente della Cop21 e ministro francese dell’Ambiente, Ségolène Royal: “Le fondamenta dell’edificio sono state poste“. Il testo dell’accordo raggiunto a Parigi, che fissa l’obiettivo di contenere il riscaldamento globale “ben al di sotto dei 2 gradi” non indica i meccanismi per l’implementazione e per i finanziamenti promessi. La preoccupazione più forte viene espressa da Thoriq Ibrahim, presidente del gruppo dei 44 Stati insulari: “L’unica vera questione è sapere se ci impegneremo tutti insieme con convinzione e rapidità per evitare la catastrofe“. “Il lavoro non si è concluso a Parigi, anzi lì è cominciato“, ha riassunto Tosi Mpanu-Mpanu, rappresentante dei paesi meno avanzati, ribadendo che il sostegno alle politiche climatiche dei paesi in via di sviluppo resta una priorità.
A Bonn, sede della convenzione Onu sui cambiamenti climatici, si sono ritrovati oggi circa 3mila delegati per dare il via al nuovo cantiere e preparare la Cop22 di novembre prossimo a Marrakesh.