I DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento: dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia) sono stati introdotti in Italia con la legge 170/2010 “Nuove norme in materia di disturbi specifici dell’apprendimento in ambito scolastico”. Le diagnosi di Disturbi Specifici dell’Apprendimento sono in crescita: una vera epidemia, e la didattica sta abdicando le sue funzioni ai neuropsichiatri, con possibili ripercussioni negative.
Non è la prima volta che i nostri bambini si trovano a essere visitati sui banchi di scuola, alla ricerca di cosiddetti disturbi mentali. Nell’ultimo decennio è stata la volta dell’ADHD – il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività – una malattia mentale la cui stessa esistenza è oggetto di controversia ed è stata messa in dubbio persino da eminenti psichiatri https://www.ccdu.org/affermazioni-celebri . Lentamente, però, si fanno strada anche da noi, sull’esempio americano, anche diagnosi di altri cosiddetti disturbi del comportamento, come il Disturbo Bipolare o il Disturbo Oppositivo Provocatorio.
Il bambino di cui si sospetti una condizione di DSA viene inviato dal neuropsichiatra infantile per una visita. Questi, sebbene la diagnosi di DSA non preveda di per sé un trattamento farmacologico, a volte diagnostica altri disturbi in “co-morbilità” – come quelli citati qui sopra – mette mano al ricettario e attiva il distributore di pillole. Le indagini a tappeto in ambito scolastico sono talvolta usate per procurare nuove reclute al crescente esercito di bambini malati di mente. Oggi il consumo di psicofarmaci da parte di bambini è in costante aumento: anche se la tendenza nei paesi mediterranei è meno preoccupante rispetto ai paesi nordici, c’è di che riflettere. http://www.dire.it/18-04-2016/48134-mal-vivere-nei-minori-allordine-del-giorno-interveniamo-tardi/