Manca poco ormai all’evento che caratterizza il cielo di maggio e, perché no, anche il 2016. Il 9 maggio Mercurio, un puntino nero, attraverserà lentamente il disco solare, spostandosi da ovest a est, dalle 13:12 alle 20:42: l’ultima volta che è stato possibile seguire un transito dal nostro Paese risale a tredici anni fa. L’evento si verifica 13-14 volte ogni 100 anni ed il prossimo avverrà nel 2019.
Nel dettaglio, scopriamo tutto quello che c’è da sapere sull’evento astronomico:
Cos’è un transito
Un transito consiste nell’occultazione parziale o totale di un corpo celeste causata dal passaggio di un secondo oggetto che si interpone tra il primo e l’osservatore. Lunedì Mercurio verrà a trovarsi tra il Sole e la Terra, e oscurerà con la sua ombra una piccola parte della stella. Si ricordi che dal nostro pianeta è possibile osservare solo il transito di Mercurio e Venere davanti al Sole.
Vi sono anche altri tipi di transiti, come quelli di un satellite naturale davanti al suo pianeta; quelli della Luna di fronte al Sole, sono detti eclissi di Sole. Se sono le stelle ad essere nascoste dai pianeti o dagli asteroidi si ha un’occultazione.
A differenza delle eclissi, i transiti sono stati osservati solo in tempi recenti.
Cosa vedremo?
Il “puntino” proiettato sul Sole seguirà un cammino da ovest a est, e avrà un diametro apparente di 12 secondi d’arco, pari a un centocinquantesimo delle dimensioni apparenti della Luna piena.
Non sarà un “puntino” regolare: assumerà la forma di una goccia a causa di un effetto ottico per cui il disco del pianeta sembra deformarsi per le turbolenze atmosferiche.
La durata
Il 9 maggio il transito durerà oltre 7 ore e mezzo, dalle 13:12 alle 20:42. La fase centrale sarà alle 16:55 con il migliore momento di osservazione fissato tra le 16 e le 18.
Osservazione
Il transito non sarà visibile a occhio nudo, ed in ogni caso, è obbligatorio l’utilizzo di strumenti opportunamente schermati e certificati allo scopo a causa dell’ovvia e abbagliante luminosità del Sole. La regola vale anche per gli scatti con fotocamere e smartphone. Attenzione, perché si rischia di danneggiare irrimediabilmente la retina.
Precisato quanto sopra, i luoghi migliori per le osservazioni sono quelli immersi nella natura, perché la vegetazione trattiene in parte il calore solare, consentendo di ottenere un’immagine migliore.
Se non si ha la possibilità di seguire direttamente il transito, MeteoWeb trasmetterà le dirette streaming dall’Italia e da vari Paesi del mondo.
L’evento dell’anno
Non si dimentichi che il transito di Mercurio davanti al Sole, si verifica 13-14 volte ogni secolo. L’evento si può verificare soltanto quanto il pianeta e la Terra si trovano nell’intersezione dei due piani orbitali, cosa che accade in due periodi dell’anno: a maggio (ad intervalli di 13 o 33 anni e Mercurio è vicino all’afelio) o a novembre (ogni 7, 13 o 33 anni, e Mercurio è vicino al perielio). L’ultimo transito osservabile dalla Terrà è stato l’8 novembre 2006, il prossimo sarà l’11 novembre 2019.
La ricerca scientifica
I transiti consentono di raccogliere molte informazioni sull’esosfera di Mercurio, si consideri che il navigatore James Cook, osservando il transito dalla Nuova Zelanda nel 1769, riuscì a scoprire che il disco del pianeta era privo di quel tipico alone che mostrano i pianeti con atmosfera. Inoltre, i transiti hanno permesso in passato determinare il raggio del Sole (696.342 km, ±65 km).
Di seguito alcuni approfondimenti e un video della NASA che illustra il grande evento.