Di Gianluca Congi – Nel mondo esistono molte specie diverse di poiane, almeno 27, tra queste, certamente, la Poiana comune è una delle specie più diffuse, soprattutto nel continente europeo. Questo fantastico uccello rapace, vive dalla costa fin dentro il cuore della montagna. In Calabria, occupa un po’ tutti gli ambienti, di fatti, è a pieno titolo il rapace diurno più diffuso, assieme al Gheppio. La specie in oggetto, come tutti i rapaci, è particolarmente protetta dalla legge, per cui ne è vietata l’uccisione, la cattura e la detenzione. Nel dialetto calabro, la Poiana comune è ben nota alle genti del posto, con diversi appellativi, sicuramente, tra di essi, spiccano quelli di “rapinu”, “acceddazzu”, “arpia” ecc. Il rapace, una vera e propria aquila in miniatura, ama particolarmente gli ambienti semi-boscati, dove poter fruire sia di ampie porzioni di bosco (importanti per collocare il nido) sia di radure o spazi aperti con bassa vegetazione (per cacciare), tuttavia, soprattutto negli ultimi decenni, la specie è sempre più frequente anche nelle zone più antropizzate, vedi gli spazi agricoli (dove a volte, basta anche un alto albero isolato dove sistemare il nido) o le periferie delle aree urbane.
In ogni territorio, piccolo o grande che sia, rivierasco, collinare e montano della Calabria, la Poiana è lì a far la comparsa, sceglie gli alberi più alti, le pareti rocciose, gli anfratti e, in alcuni casi, persino i tralicci dell’alta tensione, dove poter costruire il nido e così far progredire la specie. Negli ultimissimi anni, le poiane, in modo davvero inusuale, hanno impiantato il nido, persino su alcune palazzine abitate, non temendo, evidentemente, la presenza umana! Le piccole aquile nostrane, sempre più spesso, sono state osservate, in azioni di caccia sulle spiagge pullulate da bagnanti, intente a nutrirsi da carcasse di animali morti lungo le strade delle zone più urbanizzate (ha pure abitudini necrofaghe) o seguire i trattori che smuovevano la terra e rivoltavano perciò i micromammiferi. Anche i pollai situati nelle campagne o nelle periferie cittadine, non sono rimasti indenni dalle attenzioni del grande predatore opportunista.
La Poiana comune, è senz’ombra di dubbio, un uccello rapace che ha saputo adattarsi, meglio di tantissimi altri, alle profonde trasformazioni che l’ambiente ha subito negli ultimi decenni. Va anche riportato, che in alcuni territori, ne è stata segnalata la presunta rarefazione, pur non conoscendo nei dettagli i fattori che ne avrebbero potuto determinare un declino di alcune popolazioni locali, sicuramente, la specie è comune un po’ ovunque, ciò in gran parte della Calabria, dove l’uccello, come già pronunciato, è tra i rapaci diurni più diffusi assieme al Gheppio (Falco tinnunculus), in vernacolo calabrese, meglio inteso come “cristariaddu” o “falcu”. La Poiana comune, definita “ecclettica”, ha una spiccata capacità di nidificare in vari ambienti, la sua diffusione, delle volte, non è omogenea solo nelle aree agricole intensive, dove può anche risentire della mancanza di alberi, specie nelle grandi e vaste pianure dell’Italia settentrionale, dove occorrerebbe prevedere, l’impianto di piccole aree boscate, al fine di favorire la diffusione della specie, anche nelle zone meno congeniali. Oggi, tra elettrocuzione, cavi aerei sospesi, bracconaggio e uso massiccio di pesticidi, le minacce provengono quasi unicamente dall’azione diretta dell’uomo. La Poiana, avendo un piumaggio assai variabile, con diverse forme (fasi e morfismi) da molto scure a più chiare, mutevoli talvolta riguardo alla distribuzione geografica o alla sottospecie, da qualche tempo, è oggetto di un interessante progetto europeo, denominato “Buteo morph”, che mira a individuare se i diversi morfotipi (considerando anche la differenza tra i piumaggi degli individui giovani e adulti), siano legati, alla presenza di una specifica caratteristica di habitat e/o a variabili climatiche.
Nella pratica, esistono poiane con piumaggi molto scuri, ma esistono pure individui abbastanza chiari, nel mezzo, si collocano individui con variazioni intermedie. Dalle mie personali osservazioni, condotte nell’ambito del progetto europeo in questione, delle sette tipologie principali di piumaggio, allo stato attuale, tra il 2015 e il 2016, in Calabria, ho rilevato i primi cinque tipi. Sulla Sila, in particolare, i morfotipi più frequenti sono quelli aventi la classica banda chiara sul petto che divide il collo e il ventre scuro oppure quelle con banda chiara sul petto, che separa il collo e il ventre chiazzati di bianco, con testa e fianchi ancora scuri. Sono stati riscontrati, inoltre, alcuni non semplici casi di classificazione, tra questi due morfotipi elencati, segno della variabilità continua dei piumaggi presenti nella specie, soprattutto da adulti. Nell’area principale di studio, la Sila Grande (Cosenza), gli individui in generale più scuri, li ho osservati, maggiormente, nelle zone caratterizzate da climi più miti e comunque con presenza di vegetazione alterna, con querceti, castagneti, leccete e pinete, tra i circa 500 e i circa 1000 metri s.l.m. Nelle vaste pinete di Pino laricio calabrese, radicate oltre i 1000-1200 metri e nelle faggete, spezzate dalle praterie presenti specie in quota, invece, è capitato più spesso, di riscontrare piumaggi in generale, aventi più bianco nelle parti inferiori, quindi nella sostanza più chiari.
Lo studio di “Buteo morph” cerca di capire se queste variazioni, abbiano su base genetica, un riflesso su una distribuzione spaziale all’interno dell’areale della specie, sempre considerando, quel discorso già anticipato, di adattamento a un habitat piuttosto che a un altro, assieme a variabili climatiche, che si cerca di comprendere, se siano di fatto correlate ai diversi tipi di piumaggi che le poiane comuni, mostrano nel loro grande areale di distribuzione. La presenza di ambienti boschivi di vasta estensione, intervallati da radure, praterie, coltivi, incolti e pascoli, rappresenta la principale classe di habitat, presente nella parte centrale dell’Altopiano della Sila, per cui è facile immaginare, che i morfotipi intermedi già riferiti, siano quelli che ho maggiormente riscontrato, almeno sul 90% dei casi registrati e documentati anche con adeguato corredo fotografico.
La Poiana, predatore dalle mille risorse, grande opportunista e scaltro rapace, capace di destreggiarsi finanche nel fitto della vegetazione, di compiere acrobazie, in gran parte sedentario sul nostro territorio, è stata vista nel tempo, cacciare addirittura sulla superficie delle acque del Lago Cecita, come a volersi forse confondere, con il ben più provetto cacciatore di pesci: il Falco pescatore. Roditori, piccoli sauri, serpenti, lepri, mammiferi di piccola taglia, coleotteri, uccelli, anfibi e carcasse di animali morti, rientrano nella dieta di un animale, che svolge un ruolo primario nel mantenimento dell’ecosistema naturale. Grazie ad una strategia evolutiva complessa, adattandosi all’ambiente circostante, in continua trasformazione, per mano della natura ma molto più spesso a seguito dell’intervento dell’uomo, la Poiana, oggi è un esempio inconfutabile, di quella che è la specie, che meglio adattandosi ai cambiamenti, riesce a sopravvivere, a differenza di quanto invece, tristemente, sta avvenendo per molte altre specie di uccelli rapaci, sempre più rari per via delle ingenti trasformazioni ambientali. A titolo personale, sono convinto, che la spiccata adattabilità, sia legata anche alla forza e all’intelligenza, che assieme, fanno tutte parte, del grande temperamento di questa bellissima specie animale. Gianluca Congi © – www.gianlucacongi.it