Se pensate che la mano con cui svolgete la maggior parte delle attività quotidiane, come scrivere o cucinare, non influenzi minimamente il resto della vostra vita, beh… Potreste sbagliarvi. Pare infatti che i mancini riescano meglio in molte cose, in quanto in grado di sfruttare meglio alcune parti del cervello. Curiosi di sapere perché? Ecco allora una lista di motivi per cui nascere mancini è decisamente una grande fortuna:
Ottimi oratori: una ricerca condotta in Inghilterra e pubblicata su Nature Neuroscience si è conclusa con un risultato decisamente singolare: i mancini sono più abili oratori dei destrimani, sono quindi più esperti nella nobile arte della parola.
Atleti: pare che nascere mancino sia una benedizione nel campo dello sport. Il motivo? I mancini hanno una miglior percezione dello spazio, caratteristica che permette loro di ottenere migliori risultati nell’attività fisica, specialmente quando questa prevede un contatto diretto con l’avversario.
Migliori riflessi: delle ricerche hanno dimostrato che i mancini sarebbero dotati di una maggior velocità di riflessi. Un vantaggio che si aggira, rispetto ai destrimani, tra i 15 e i 20 millesimi di secondo.
Intelletto: si tratta di una sfida che va avanti da secoli, quella tra mancini e destrimani sul piano intellettuale. Chi è più intelligente? Pare che i mancini siano dotati di un pensiero più abile, caratteristica che si traduce in funzioni intellettive più sviluppate. Questo è dovuto ad un miglior collegamento tra i due emisferi del cervello, migliore rispetto ai destrimani di circa l’11%. Gelosi?
Più ricchi: un vantaggio concreto dell’essere mancini? Pare che siano più ricchi dei destrimani. Addirittura, una ricerca ha rivelato che, in media, chi utilizza la mano sinistra arriva a guadagnare anche in 13% in più rispetto agli altri. Sarà dovuto alle qualità che abbiamo elencato fin’ora?
Creatività: i mancini sono veri e propri maestri di creatività: a dimostrarlo, è proprio la scienza. Chi utilizza la mano sinistra ha infatti una prevalenza dell’emisfero destro del cervello, quello appunto “creativo”, rispetto al sinistro.