Mercurio è protagonista dell’evento dell’anno: il transito davanti al Sole il 9 maggio. Cresce l’attesa per ammirare un fenomeno che in Italia è stato osservato l’ultima volta 13 anni fa. E’ il pianeta più interno del sistema solare ed il più vicino alla nostra stella, e non solo: è anche il più piccolo e la sua orbita è la più eccentrica. Orbita in senso diretto, a una distanza media di 0,3871 UA con un periodo siderale di 87,969 giorni terrestri. L’oggetto, geologicamente inattivo da miliardi di anni, ha anche una risonanza orbitale-rotazionale (completa tre rotazioni intorno al proprio asse per ogni due orbite attorno al Sole). Il corpo celeste sperimenta inoltre la maggiore escursione termica: nelle regioni equatoriali si va dai -173°C ai 427°C, mentre ai poli non si superano i -93 °C. Mercurio è primo di atmosfera, che quindi non svolge alcun ruolo nella ridistribuzione del calore.
La velocità media siderale del pianeta è pari a 48 km/s, mentre impiega 58,6 giorni per completare un giro su sé stesso, e completa tre rotazioni ogni due rivoluzioni: di conseguenza la durata del giorno solare (176 giorni) è il doppio della durata dell’anno (88 giorni). Da tutto ciò ne deriva che Mercurio è l’unico pianeta del sistema solare sul quale la durata del giorno è maggiore del periodo di rivoluzione.
Appare sempre molto vicino al Sole (la sua elongazione massima è di 28,3°), da qui la difficile osservazione. La sua magnitudine apparente va da -0,4 e +5,5 a seconda della sua posizione. L’osservazione è possibile solo dopo il tramonto, sull’orizzonte occidentale, oppure poco prima dell’alba a oriente. Il suo moto di rivoluzione dura solamente 88 giorni.
Si suppone che il suo nucleo debba essere relativamente grande e ricco di ferro: si stima che occupi il 42% del suo volume. La crosta di Mercurio dovrebbe invece essere spessa 100–300 km. Sulla sua superficie sono presenti delle creste strette, che si estendono fino a diverse centinaia di chilometri in lunghezza, probabilmente il prodotto del raffreddamento e dalla contrazione di nucleo e mantello, successivi alla solidificazione della crosta.
La precessione del perielio dell’orbita di Mercurio è anomala, ed il primo a fornire una spiegazione corretta fu Albert Einstein: il Sole, se visto da Mercurio, segue un percorso singolare, sale fino allo zenit, si ferma, indietreggia, si ferma e poi si abbassa verso il tramonto.
I crateri più piccoli hanno un diametro minore di 10 km, quelli più grandi superano i 200 km e vengono chiamati bacini: quello di dimensioni maggiori è il Mare Caloris, dal diametro di circa 1.500 km.
E’ sprovvisto di una vera e propria atmosfera come quella terrestre, salvo tracce di gas probabilmente frutto dell’interazione del vento solare con la superficie del pianeta. E’ dotato di uno stabile, significativo e apparentemente globale campo magnetico: probabilmente generato con un effetto dinamo simile a quanto accade per la Terra.
Le osservazioni
Fu Galileo Galilei a compiere le prime osservazioni telescopiche di Mercurio all’inizio del XVII secolo, mentre fu nel 1631 che Pierre Gassendi osservò un transito davanti al Sole, secondo le previsioni fornite da Keplero. Nell’Ottocento, Giovanni Schiaparelli elaborò le mappe più accurate della superficie e suggerì che il periodo di rotazione del pianeta fosse di 88 giorni.
Le sue principali caratteristiche rimasero ignote fino alla visita della prima sonda spaziale, il Mariner 10, che venne lanciato il 3 novembre 1973 e raggiunse il pianeta nel 1974: trasmise circa 6.000 fotografie, mappando il 40% della superficie. Osservazioni successive hanno permesso di scoprire, anche da terra, quanto anche la stessa sonda non era riuscita a svelare. Nel 2004 e stata poi la volta della sonda MESSENGER, che ha inviato a terra le prime immagini dell’emisfero “sconosciuto” di Mercurio. Per quel che riguarda invece il futuro, per il 2017 è previsto il lancio della missione spaziale ESA BepiColombo (in onore al matematico e ingegnere Giuseppe Colombo).
Da recenti calcoli dati dal primo passaggio della sonda MESSENGER si è rilevato un rimpicciolimento del pianeta di circa cinque chilometri, probabilmente perché il nucleo di liquido ferroso si sta raffreddando, cosa che si ripercuote sulla superficie.
Curiosità
Il cielo di Mercurio sarebbe nero anche di giorno, non avendo un’atmosfera che lo circonda. L’oggetto più luminoso osservabile sarebbe Venere, il pianeta più vicino. La Terra sarebbe anch’essa molto brillante, come anche la Luna. Gli altri pianeti sarebbero simili a come osservati dalla Terra, ma un po’ meno luminosi.
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