In questi giorni il maltempo è tornato a picchiare davvero duro in diverse aree dell’Europa orientale, fra i Balcani, l’area dei Carpazi, e specialmente sull’Ucraina orientale e meridionale, dove si sono verificati intensi temporali, accompagnati da forti rovesci di pioggia, fulminazioni e persino diversi fenomeni vorticosi. L’intensa instabilità convettiva di questi giorni, osservata soprattutto nel sud dell’Ucraina, è stata prodotta dal movimento “retrogrado” di una ormai latente circolazione depressionaria, colma di aria fredda in quota, verso l’Ucraina meridionale.
Questa modesta circolazione depressionaria, in fase di lento colmamento, presentando al proprio interno una sacca di aria fredda nella media e alta troposfera ha prodotto condizioni di tempo marcatamente instabile e perturbato, favorendo lo sviluppo di diversi sistemi temporaleschi alla mesoscala, successivamente evoluti in autentiche “supercelle”. Una spettacolare “supercella” ha interessato l’Oblast’ di Kirovograd, mentre fra la giornata di sabato e quella di ieri altri sistemi temporaleschi di carattere “mesociclonico” hanno interessato molti altri Oblast’ dell’Ucraina meridionale.
Particolarmente intensa quella che nella giornata di ieri si è sviluppata sull’Oblast’ di Kirovograd che è riuscita a favorire lo sviluppo di un tornado, probabilmente di forza EF1 o EF2 secondo le rivisitazioni della nuova scala “Fujita”. Fortunatamente anche stavolta è andata bene. Difatti il vortice dopo aver impattato sul terreno, nell’Oblast’ di Kirovograd, ha sradicato diversi alberi, prima di dissiparsi in aperta campagna, transitando (fortunatamente) a debita distanza dal centro urbano, evitando così di cagionare danni ben più ingenti e feriti fra la popolazione.
Nelle foto pubblicate su VK, il principale social network diffuso in Russia e nei paesi dell’est Europa, da Alice Gruskovskaya si nota come il tornado, dopo un passaggio molto ravvicinato ad alcuni palazzi si sia poi allontanato verso la campagna, cagionando danni lieve, soprattutto alla vegetazione. Lo sviluppo di queste “supercelle” nel sud dell’Ucraina è stata determinato proprio dall’intenso “Wind Shear verticale” che nella giornata di ieri ha riguardato gran parte dell’Ucraina centro-orientale, interessati da una vasta circolazione depressionaria a carattere chiuso che ha inasprito i valori di vorticità positiva nella media e alta troposfera. L’intenso “Shear” del vento (ossia di variazioni di velocità e direzione del vento man mano che si sale di quota) innesca all’interno dei cumulonembi temporaleschi dei moti rotatori che fanno roteare l’”updraft”, trasformandolo successivamente in un “mesociclone”, con velocità che possono superare i 260-280 km/h.
La rotazione diventa più forte se il “Wind Shear positivo” è caratterizzato nei bassi strati da correnti calde e molto umide che entrano da SE o da Sud nella parte anteriore dove agisce il cosiddetto “inflow”, la corrente ascensionale colma di aria calda e umida che si spinge verso la base del temporale, mentre in quota dominano potenti flussi sud-occidentali o dai quadranti occidentali che stirano verso est o nord-est le sommità ghiacciate dei cumulonembi. Una volta raggiunta la fase di piena maturità la continua caduta di pressione all’interno del temporale tende a rafforzare la rotazione dentro la “supercella”, inasprendo la fenomenologia che l’accompagna (forti rovesci, grandinate, attività elettrica, colpi di vento e tornado).
Difatti l’avvicinamento di una “supercella” è quasi sempre accompagnato da una diminuzione della pressione barometrica, segno tangibile della presenza del “mesociclone”. A differenza degli altri fenomeni temporaleschi nella “supercella” le correnti discendenti non divergono all’esterno del temporale, sull’esempio dell’”outflow”, ma vengono risucchiate all’interno di esso grazie alla presenza del “mesociclone”, favorendo la formazione della famosa “Wall cloud”, la quale però non compare in tutte le “supercelle”. Vi sono “supercelle”, come quelle “classiche” (le più note), in cui la “Wall cloud” può risultare del tutto assente, malgrado la presenza di uno o più “mesocicloni”.