Barbara Stam, del Netherlands Cancer Institute di Amsterdam ha presentato oggi a Torino, al 3° Congresso della Societa’ Europea di Radioterapia e Oncologia, i risultati di uno studio in base al quale l’utilizzo di una particolare forma di radioterapia (stereotassica, impiegata per la cura dei tumori del polmone in stadio iniziale) può essere associata a un incremento della mortalità per altre cause non correlate al tumore, qualora la dose di radiazioni ricevuta dal cuore sia elevata: alte dosi di radiazioni all’atrio sinistro e alla vena cava superiore sembrano essere correlate con un’aumentata mortalità. “Abbiamo scoperto che la dose ricevuta dalle strutture cardiache era correlata al rischio di morte, in particolare quella ricevuta dall’atrio sinistro e dalla vena cava superiore. I pazienti che hanno ricevuto dosi piu’ alte a queste strutture erano a maggior rischio, e viceversa. L’associazione e’ rimasta significativa anche dopo aver compensato statisticamente per gli altri fattori di rischio,” ha spiegato la ricercatrice.