Oltre un anno per la precisione 427 giorni, per accedere ai farmaci anticancro innovativi. Lunghe attese per potersi curare con le terapie di ultima generazione, ma anche tante differenze tra le regioni quanto ad accesso a cure ad assistenza. Il modello di regionalismo delineato nel nuovo Titolo V della Costituzione, denuncia infatti il presidente Favo Francesco De Lorenzo, ”continua a non attribuire allo Stato l’esercizio dei poteri sostitutivi, in caso di necessita’, a tutela della concreta attuazione dei Livelli essenziali di assistenza Lea ed il nuovo testo dell’art. 117 non consente il superamento delle disparita’ tra aree del Paese nella disponibilita’ dei trattamenti innovativi”.
Nel nostro Paese inoltre, denuncia sempre la Federazione, ”manca la rete della terapia del dolore e le cure domiciliari sono di fatto uscite dai Lea regionali; vengono infatti attivate solo per il 48,1% dei pazienti al momento delle dimissioni, mentre per il restante 51,9% provvedono i familiari”. E non va dimenticato che l’accesso a beni e servizi, come i prodotti assicurativi e bancari, ”e’ ancora oggi negato a chi ha un passato di malato”. Ad oggi sono disponibili 132 farmaci antitumorali e negli ultimi 15 anni ne sono stati immessi sul mercato 63, ma i costi sono aumentati in modo esorbitante tanto che il costo medio di una terapia complessiva e’ aumentato da 3.853 euro nel 1995-1999 a 44.900 euro nel 2010-2014.
Il peso sociale della malattia e’ stato richiamato anche dal presidente dell’Inps Tito Boeri, il quale ha ricordato che ”le neoplasie costituiscono oltre 1/3 delle cause di invalidita’ e inabilita’, in crescita continua”, sottolineando la necessita’ di una legge quadro ad hoc sui pazienti oncologici.