Windows 10 si installa da solo, senza permesso degli utenti

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Gli aggiornamenti, si sa, non possono che fare bene a tutti i dispositivi elettronici che noi quotidianamente utilizziamo. Per quanto riguarda i PC, Windows 10 è considerato una versione significativamente migliorata del sistema operativo di Microsoft, sia per quanto riguarda la compatibilità, sia per quanto riguarda la nuova interfaccia utente. In ogni caso non tutti vogliono sempre effettuare gli aggiornamenti poiché la ‘paura’ di non saper usare la nuova UI è grande. Quando, circa un anno fa, l’azienda capitanata da Bill Gates ha deciso di rilasciare gratuitamente ‘l’aggiornamento’ Windows 10 per tutti (o quasi), abbiamo iniziato a sentire le parole “Windows 10 as a service”, ovvero “Windows 10 come servizio”, ma cosa vuol dire? Ricordate quando si diceva che questa sarebbe stata l’ultima versione del sistema operativo distribuita da Microsoft? Ecco, adesso iniziamo a capire esattamente il significato di quelle parole e delle differenti modalità di aggiornamento che sono state incluse in questo piccolo ‘siparietto’ che si sta creando attorno agli aggiornamenti forzati per moltissimi utenti in tutto il mondo. Dal punto di vista aziendale, Windows 10 è trattato come se fosse la correzione di un bug o la soluzione a un problema di sicurezza.

windows 10

I termini di utilizzo della versione Home del sistema operativo in questione parlano chiaro: l’utente non può più scegliere se scaricare o meno, installare o meno gli aggiornamenti. L’unico potere decisionale che gli viene lasciato riguarda il riavvio della macchina, che può essere immediato oppure manuale e successivo alla fine della sessione di lavoro. La nuova politica di Microsoft prevede che, accettando i termini di servizio di Windows 10 Home, si accetta automaticamente l’unica modalità di installazione degli aggiornamenti prevista per tale sistema operativo: quella automatica!

Per approfondire: Le differenze tra le 3 modalità di aggiornamento

In parole povere il sistema operativo controllerà periodicamente la disponibilità di aggiornamenti, li scaricherà e li installerà nel momento in cui la macchina è inattiva, dopodiché si occuperà di riavviare il sistema. L’utente potrà dire la sua solo ed esclusivamente su quest’ultimo aspetto, come detto in precedenza. Sicuramente tutto questo avrà ripercussioni, sia dal punto di vista dello spazio in memoria, sia da quello della strategia utilizzata, ovvero una forzatura bella e buona. Immaginate di possedere un tablet economico con il sistema operativo Microsoft, dove la memoria disponibile è di soli 32 GB. L’aggiornamento che arriverà in automatico, in modo non voluto, che pesa almeno 3 GB, limiterà notevolmente lo spazio per i vostri documenti.

In ogni caso, fino ad oggi, quasi ad ogni riavvio, il precedente OS chiedeva all’utente, in maniera a dir poco insistente e fastidiosa, di aggiornare a Windows 10 in modo gratuito, aggiungendo che dal 29 Luglio 2016, questo passaggio sarà a pagamento. Questa scelta di Microsoft può essere interpretata in un solo modo: limitare la libertà per garantire la sicurezza. Microsoft ha imparato dagli errori fatti in passato, e, cambiando le regole del gioco, vuole assicurarsi di mettere al sicuro i propri utenti, garantendo una sicurezza costante per quanto riguarda gli aggiornamenti, limitando così i danni potenziali causati da vulnerabilità e bug più o meno noti. Questo discorso vale solo per Windows 10 Home: gli utenti Pro ed Enterprise potranno ritardare gli aggiornamenti per un determinato periodo di tempo, senza che, improvvisamente, il puntatore inizi a lampeggiare ed, in men che non si dica, si passi da Windows 8 a Windows 10, senza che nessuno abbia dato il via all’operazione!

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