Mettere al riparo le oltre 250 mila opere d’arte custodite nel sottosuolo e nei piani piu’ bassi del museo piu’ visitato al mondo, prima che l’acqua salga “fino ai piedi delle statue” e provochi danni irreparabili. E’ una vera e propria corsa contro il tempo quella in cui si sono lanciati fin dalla tarda serata di ieri i custodi del Louvre, oggi chiuso al pubblico, aiutati da squadre di volontari. Il lavoro e’ partito ben prima che la piena della Senna raggiungesse Parigi, perche’, secondo i calcoli della sovrintendenza, servono circa 72 ore per mettere in salvo tutti gli oggetti preziosi, quadri e sculture dell’immenso archivio del museo parigino. “La cellula di crisi e’ regolarmente informata sull’innalzamento delle acque dalla brigata di pompieri del Louvre – ha spiegato alla stampa un portavoce – Tutti hanno lavorato nella notte, non possiamo assumerci il minimo rischio di fronte a queste collezioni pubbliche, celebri nel mondo intero”. Certo, la Gioconda e gli altri capolavori della pittura sono al sicuro nei piani superiori, ma lo stesso non si puo’ dire delle collezioni ospitate al piano -1, in particolare nella nuova ala dedicata all’arte islamica. Chiuso per rischio di inondazione, da oggi e almeno fino a martedi’, anche il Muse’e d’Orsay, a sua volta impegnato nella messa al riparo delle opere custodite nei suoi archivi, meno numerose di quelle del Louvre ma comunque di grande valore. Entrambe le evacuazioni sono “a titolo preventivo”, tengono a precisare i portavoce dei due musei, non senza ammettere che precauzioni di questo tipo non erano mai state prese negli ultimi decenni. Louvre e Orsay non sono pero’ i soli siti culturali colpiti dalla piena eccezionale. Sulle rive della Senna hanno dovuto chiudere i battenti anche il Grand Palais e la Biblioteca nazionale ‘Francois Mitterrand’, mentre la Cite’ de la mode e du design, avveniristico complesso costruito negli ex dock che ospita tra le altre cose il Muse’e de l’Art ludique, si ritrova ormai a galleggiare sull’acqua, con il porticato inferiore totalmente sommerso. Non va meglio sulle sponde della Loira, dove alcuni dei celebri castelli sono stati inondati, a cominciare dal Domaine de Chambord, celebre dimora cinquecentesca voluta da re Francesco I, dove l’acqua ha raggiunto il cortile reale e fatto crollare un muro di cinta, danneggiando anche un quadro elettrico. Gravi danni anche ai giardini ottocenteschi del castello di Azay-le-Rideau, appena restaurati.
Alluvione Parigi, al Louvre si lavora per salvare 250mila opere d’arte [FOTO LIVE]
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